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Strage di Erba, la foto che potrebbe mostrare l’innocenza di Olindo e Rosa

Pubblicato: 15/02/2024 20:50

Un possibile svolgimento sorprendente emerge nella tragica vicenda della strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006, che vide la morte di Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo come autori del quadruplice omicidio, potrebbero vedere il loro caso riconsiderato alla luce di nuovi elementi emersi.

Nel corso della trasmissione “Iceberg Lombardia” su Telelombardia, condotta da Marco Oliva, verranno mostrati questa sera foto e video inediti che potrebbero mettere in discussione le conclusioni raggiunte nei precedenti gradi di giudizio riguardo la via di fuga utilizzata dai killer. Le immagini, tratte dall’archivio dell’emittente, rivelano una pianta sul balcone della casa di Raffaella Castagna parzialmente schiacciata, suggerendo una possibile via di fuga precedentemente esclusa.

Il balconcino: si poteva fuggire da lì?

Le sentenze di primo e secondo grado avevano categoricamente escluso il balcone come possibile via di fuga, basandosi anche sulla testimonianza del luogotenente Luciano Gallorini, che negò la presenza di rami rotti o tracce di scavalcamento. Tuttavia, le nuove immagini mostrano chiaramente la pianta piegata e schiacciata da un lato, indicando che il balcone potrebbe essere stato utilizzato dagli assassini per fuggire.

Fabio Schembri, legale di Rosa e Olindo, ha commentato le rivelazioni con grande interesse: “Non avevo mai visto queste immagini e a mio giudizio costituiscono un tassello importante per quello che noi sosteniamo. Dovrò acquisire le vostre immagini perché vanno a porre un elemento molto importante e quando presenterò la lista testi per il processo di revisione vedrò di produrla.”

Schembri: “Immagini utili al processo di revisione”

Il legale ha poi aggiunto: “Le sentenze dicono che non è quel balconcino la via di fuga perché sarebbe stata impedita proprio da questa pianta che avrebbe ricoperto l’intera ringhiera. In realtà, oggi vediamo da queste immagini che non è così: la pianta è con tutta evidenza piegata da un lato, quasi calpestata. Queste immagini potrebbero essere utilissime per il processo di revisione.”

Inoltre, Schembri ha sottolineato l’importanza di un testimone italiano, presente nella via alle ore 20.20 di fronte al balconcino in questione, che avrebbe osservato dei soggetti extracomunitari allontanarsi rapidamente dalla scena del crimine, un dettaglio non considerato nei precedenti processi.

Queste nuove prove potrebbero dunque riaprire il caso, offrendo una possibilità di revisione del processo, fissato per il 1 marzo. La rivelazione solleva nuovi interrogativi sulla dinamica degli eventi di quella tragica sera, promettendo potenziali sviluppi nella ricerca della verità sulla strage di Erba.