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L’intelligenza artificiale non piace agli italiani (ma potrebbero pentirsene)

Pubblicato: 20/02/2024 14:13

Intelligenza artificiale? No grazie. A sentire cosa ne pensano gli italiani, a molti torna alla mente il claim che portò a bocciare lo sviluppo dell’energia nucleare nella Penisola. Era il 1987 e i tre quesiti referendari di fatto stopparono la costruzione in Italia delle centrali nucleari per produrre energia elettrica. Decisione di cui oggi, di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico, ci arriva un conto salatissimo. Potrebbe accadere la stessa cosa a proposito degli effetti dell’intelligenza artificiale?

intelligenza artificiale? Una minaccia per tantissime persone

Il rischio c’è. Un’indagine presentata dal sito Facile.it  evidenzia che quasi 5 milioni di persone la considerano una minaccia. Dallo studio – realizzato su un campione rappresentativo della popolazione, redatto dagli istituti mUp Research e Norstat,– emerge poi come tra i più giovani prevale l’idea che la scienza generativa potrebbe essere un’opportunità. Nel complesso a livello nazionale il 34,5% degli italiani vede dei vantaggi nell’utilizzo dell’AI; ma si sale al 40,4% tra i più giovani (fascia 25-34 anni) e addirittura al 53,5% tra i ragazzi della fascia 18-24 anni. Il sentiment si inverte al crescere dell’età: dopo i 55 anni il 18% degli intervistati considera l’AI come una minaccia.

Ma perché gli italiani temono l’intelligenza artificiale? E per quali applicazioni pratiche? Secondo i dati, il 52,6% degli intervistati teme che possa essere sfruttata da malviventi per azioni fraudolente; e per il 39,6% che diventi incontrollabile dall’uomo. Pochi meno (39%) coloro che pensano che l’informazione online possa essere invasa da contenuti falsi, creati dall’intelligenza artificiale, mentre più di 5,6 milioni temono che possa far perdere il loro posto lavoro. Una paura questa riscontrata soprattutto tra i più giovani: per quelli tra i 18 e i 24 anni più di una persona su 5 dice di avere questa preoccupazione.

Lo studio va a valutare poi i possibili rischi che la tecnologia in generale – non solo quindi l’AI – può presentare agli italiani. Riscontrando che quasi 13 milioni di italiani sono stati vittime di un crimine informatico almeno una volta nella vita. Nel dettaglio, oltre 6 milioni e mezzo di persone hanno subito un accesso non autorizzato agli strumenti di pagamento personali; e quasi 2,5 milioni di persone si sono visti rubare la propria identità/immagine (o quella dei familiari) per poi essere usata da terzi per atti illegali.

Ma intanto l’IA, e questo non è un sondaggio, sta portando al taglio di decine di migliaia di posti di lavoro nelle big tech mondiali. Con un ritmo incessante, dall’inizio del 2024 fioccano i licenziamenti, mentre si cercano lavoratori specializzati e si liberano risorse da investire nelle nuove tecnologie legate all’implementazione dell’intelligenza artificiale.

A fornire il quadro globale dei tagli è il sito specializzato Layoff Tracker. Rilevando che dal 1° gennaio scorso sono state circa 300 le imprese tecnologiche che hanno effettuato tagli di personale, il sito elenca quali e in che misura hanno agito le più conosciute. In testa c’è Cisco con 4.250 uscite di personale, seguita da PayPal (2.500 dipendenti), Google ed eBay (1.000 ciascuna), Snapchat (500) e Amazon (440). Ma tra tutte spicca il colosso europeo delle gestioni aziendali Sap, che ha tagliato ben 8 mila posti. Nel complesso sono stimate in oltre 39.400 le posizioni di lavoro perse dal 1° gennaio scorso a metà febbraio. Mentre il conto totale di Layoff Tracker per il 2023 ne ha sommati oltre 263 mila.

La profezia di Mark Zuckerberg

Torna alla mente quello che affermò Mark Zuckerberg di Meta a proposito del 2023, riguardo ai conti aziendali: «Questo sarà l’anno dell’efficienza». Anno che evidentemente non si è chiuso al 31 dicembre scorso. Come ha rilevato Arcangelo Rociola su “La Stampa” il fenomeno dei tagli al personale nelle multinazionali della tecnologia è scattato negli anni della pandemia da Covid-19. “Tutte le big tech ritenevano allora che la digitalizzazione avrebbe soppiantato gli uffici fisici. Ma la realtà è stata diversa”. E i conti da fare sono stati altrettanto impietosi. Soltanto Meta nel 2023 ha effettuato 13 mila tagli al personale (il 13% del totale), effetto della corsa esasperata delle aziende allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, quale parametro dello sviluppo dei prossimi fatturati.

“Le aziende tecnologiche presentano oggi molte posizioni superflue e costose. Avendo bisogno di reinventarsi e di rinnovarsi vanno a caccia di nuove conoscenze e tagliano per trovare risorse da investire in quel campo”, sottolinea Rociola. Un effetto di quest’analisi è l’attuale ricerca avviata dal colosso Usa del cloud, Salesforce, che conta di trovare 800 nuovi dipendenti per sviluppare contenuti innovativi nel comparto dell’intelligenza artificiale.