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Addio a Stefano Gheller: aveva ottenuto l’okay al suicidio assistito: “Non ho paura della morte ma della sofferenza che la precede”

Pubblicato: 22/02/2024 18:57

Stefano Gheller è morto nel pomeriggio di giovedì 22 febbraio all’ospedale di Bassano del Grappa, nel Vicentino, dov’era ricoverato da alcuni giorni. Le sue condizioni si sono aggravate. Il 50enne era affetto da una grave forma di distrofia muscolare e per primo aveva ottenuto dalla sanità veneta l’autorizzazione al suicidio assistito.

L’aggravarsi delle sue condizioni di salute lo aveva costretto al ricovero da diversi giorni. Già nel dicembre scorso era stato ricoverato in pneumologia al San Bassiano con un quadro clinico aggravato da una polmonite.
Alla fine il suo corpo, straziato da pesanti cure e anni di sofferenze, non ha retto.
Non ho alcuna paura della morte – aveva detto qualche tempo fa – ma della sofferenza che la precede”.
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La storia di Gheller: gli ultimi 35 anni passati attaccati a un ventilatore

Gheller soffriva di una grave forma di distrofia muscolare facio-scapolo-omerale che aveva ereditato dalla madre. L’uomo, residente a Cassola (Vicenza), era attaccato al ventilatore da 35 anni. Aveva sempre sostenuto di non voler morire, ma di poter decidere quando lasciare la sua vita nel momento qualora il dolore fosse diventato insopportabile. Una battaglia portata avanti anche e soprattutto per la sorella Cristina, affetta dalla sua stessa malattia, anche lei in carrozzina.

“Soprattutto nella deglutizione. Spesso mi va il cibo di traverso, ogni giorno è una lotta. Ho sempre più bisogno di assistenza. Anche i movimenti sono peggiorati e sento di avere meno forza”, raccontava. Ma la notizia della concessione dell’Asl aveva fatto riaffiorare un ottimismo dimenticato: “Bisogna amarsi molto per fare questa scelta, ed io mi amo e amo la vita tantissimo, finché però è vita, non solo sopravvivenza”.

L’obiettivo successivo, diceva, era di incontrare la premier Giorgia Meloni. “Mi piacerebbe toccasse con mano situazioni come la mia. Vorrei che stesse un po’ con me, per provare a farle capire cosa sento e come vivo”. Incontro che non è mai arrivato.

Gheller aveva infine invece ricevuto l’appoggio del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e, ovviamente, dell’Associazione Luca Coscioni. E proprio nella regione dove il 50enne ha lottato per i propri diritti, l’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito presentata dalla Coscioni è stata purtroppo bocciata lo scorso 16 gennaio in Consiglio regionale.

Le parole di Gheller nel 2022: “La cosa che mi distrugge è lasciare mia sorella”

“Ci penso tutti i giorni… Può sembrare angosciante, ma devo dire che l’idea non mi terrorizza più di tanto. Immagino che probabilmente mi sentirò sollevato all’idea di non fare più così tanta fatica. E non avrò rimpianti. Mi dispiacerà soltanto di lasciare mia sorella, perché anche lei è malata e soffre quanto soffro io” aveva dichiarato l’uomo.

“Non desidero morire in questo istante, ma voglio avere il diritto di farlo appena sentirò che è arrivato il momento. La richiesta serve a questo: a fare in modo che tutto sia pronto e nessuno abbia modo di impedirmi di andare fino in fondo. In queste condizioni è sempre più difficile andare avanti. Vivo su una sedia a rotelle da quando avevo 15 anni, sono attaccato a un respiratore 24 ore su 24. Quando la mattina mi sveglio, so che potrei morire soffocato dal cibo o da un sorso d’acqua” le sue parole nel 2022.
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Ultimo Aggiornamento: 22/02/2024 19:07