Vai al contenuto

Lyudmila Navalnaya e il ruolo della morte nella società: cosa c’è dietro il rifiuto russo di consegnare il corpo di Navalny

Pubblicato: 22/02/2024 09:46

La richiesta di Lyudmila Navalnaya di vedere il corpo del figlio Aleksei, prigioniero politico le cui condizioni di vita o di morte sono avvolte nel mistero, riecheggia attraverso la storia, richiamando alla mente momenti in cui il dolore, la morte e il diritto di dire addio ai propri cari hanno sfidato i poteri e le leggi degli uomini. Questo appello, che trascende la semplice preghiera per diventare un urlo di dolore universale, ci obbliga a riflettere sulla sacralità della morte e sul profondo bisogno umano di affrontare e onorare il passaggio finale della vita.

Le civiltà antiche, come ci ricorda l’esempio delle necropoli, hanno sempre avuto un rapporto intrinseco con la morte, considerandola parte integrante della vita stessa. Questo rapporto si manifesta nelle pratiche funerarie, che non solo onorano i defunti ma servono anche a riaffermare i legami sociali e familiari tra i vivi. La richiesta di Navalnaya risuona con un echi profondi nella storia, richiamando alla memoria il dolore senza tempo di chi è stato privato del diritto di piangere i propri morti.

Erodoto, con la sua osservazione che in tempo di pace i figli seppelliscono i padri e in guerra i padri seppelliscono i figli, sottolinea la rovesciata naturalità delle cose in tempi di conflitto. La guerra e il conflitto, siano essi fisici o ideologici, distorcono il corso naturale della vita e della morte, ponendo gli individui in situazioni in cui il dolore e la perdita assumono dimensioni ancora più tragiche. Questo rovesciamento della norma naturale riflette il disordine che i regimi autoritari, come quello di Putin, infliggono non solo sulla vita dei loro cittadini ma anche sulla loro morte e sul diritto al lutto.

L’esempio di Achille che cede alla richiesta di Priamo, restituendo il corpo di Ettore, illustra il potere dell’empatia e del riconoscimento comune dell’umanità, anche tra nemici. Questo momento, come suggerito da Albin Lesky, segna l’inizio dell’umanesimo occidentale, ricordandoci che, al di là dei conflitti, esiste una comprensione condivisa del dolore e della perdita che può trascendere le barriere.

Antigone, nel suo atto di sfida contro le leggi di Tebe per seppellire il fratello Polinice, incarna il conflitto tra le leggi degli uomini e quelle non scritte dell’umanità e del rispetto dovuto ai morti. La sua lotta e il suo sacrificio sollevano questioni fondamentali sui diritti universali e sulla moralità, che continuano a essere rilevanti nelle discussioni contemporanee sulla giustizia e sulla dignità umana.

Anna Politkovskaja, con il suo lavoro coraggioso e la sua tragica fine, ha messo in luce le oscurità del regime di Putin, dimostrando il costo umano della ricerca della verità e della giustizia in un sistema che troppo spesso nega entrambi. La sua morte, come quella di molti altri che hanno cercato di sfidare o esporre le ingiustizie, sottolinea la pericolosa realtà di vivere e morire sotto regimi autoritari che cercano di soffocare la dissidenza e il dissenso.

La storia ci insegna che il diritto di piangere i propri morti, di onorare la loro memoria e di affrontare il dolore della perdita è fondamentale per l’umanità. La richiesta di Lyudmila Navalnaya non è solo un appello personale per giustizia e compassione; è un promemoria della nostra responsabilità collettiva di proteggere questi diritti fondamentali, di riconoscere la sacralità della morte e di lottare contro le forze che cercano di negare la dignità sia nella vita che nella morte.

Leggi anche: “Incubo maltempo”. Meteo, le previsioni di Giuliacci: cosa ci aspetta nei prossimi giorni

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure