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La sorella di Alessia Pifferi contro la lettera del prete: “Vuole far cambiare idea su di lei ai giudici”

Pubblicato: 19/03/2024 17:30

Storie Italiane torna ad affrontare la drammatica vicenda di Alessia Pifferi e la piccola Diana. La donna è in carcere dopo aver abbandonato la figlia di soli 18 mesi da sola in casa, morta di stenti. In collegamento con il programma di Rai Uno vi era la sorella Viviana che senza mezzi termini, si è scagliata contro la sorella.

“La lettera del prete è stata una cosa fuori dal normale, una cosa che non avrei mai immaginato”. Alcuni giorni fa, infatti, don Agostino Brambilla (il parroco che ha sposato la 38enne) ha affermato alla trasmissione di Rai Uno La Vita in Diretta di aver inviato una lettera all’avvocata Alessia Pontenani – che difende l’imputata – dove descrive i problemi di cui avrebbe sofferto la donna fin dall’inizio. La legale ha chiesto di inserire quel testo agli atti.

Secondo la sorella: “La lettera del prete è stata utilizzata per far cambiare idea su di lei, non so se servirà ai fini processuali. Si è pentita? Tutto può essere, se ha trovato la fede sono contenta per lei, ma prima non era. Io non vedo nessun pentimento, anche se l’avvocato lo dice. In tribunale non la vedo piangere, non vedo una persona che chiede aiuto, ho sbagliato, ho commesso una cosa allucinante, mai vista così”.
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La confessione di Viviana: “Mi sembra tutto strano”

“Io penso che una persona che fa questo “lavoro”, se vuole fare qualcosa o aiutare lo faccia in disparte e non in un momento così eclatante. Io penso che una persona di chiesa possa fare del bene, aiutare, ma esporsi così una settimana prima del processo? Mi sembra tutto strano. Mia sorella ha frequentato la chiesa solo nelle cose obbligatorie: comunione, cresima e matrimonio”, ha precisato Viviana. “Più che ai fini processuali, probabilmente è stato fatto per cercare di fare cambiare idea su di lei. Per far vedere ancora lei come una persona con dei problemi”, ha poi precisato.

La sorella ha affermato inoltre di non aver mai visto, in questi anni, alcun pentimento sul volto di Alessia Pifferi: “In tribunale non la vedo piangere o dire che ha sbagliato o che ha commesso una cosa allucinante”. E ha ribadito come la famiglia abbia provato sempre a starle vicino: “Ha vissuto con i miei genitori, mantenute da loro. Ci sono le prove. Lo dice anche lei”.

La donna ha poi continuando dicendo: “La reputo abbastanza brava a raccontare bugie senza essere indotta. Non so se vi siete resi conto delle migliaia di bugie che ha raccontato a noi per tutta la vita. Bugie su bugie anche con la bimba che era sola in casa. Ci ho parlato due mesi prima che facesse questa cosa orribile. Lei era lucidissima soprattutto nello spiegarti con chi usciva, perché usciva, perché stava con quello di Bergamo, perché gli piaceva la bella vita invece di stare a Ponte Lambro, che non era una bella zona. In questo come mai ragionava benissimo?”.

Ha poi affermato di aver provato a contattare gli assistenti sociali per segnalare la situazione in cui versava la sorella: “Ho chiamato gli assistenti sociali dicendo che avevo una sorella che aveva appena avuto una bambina, che non aveva lavoro e non aveva marito. So che ci sono centri dove ti forniscono pannolini e latte. Mi hanno detto che essendo maggiorenne doveva portare di persona alcuni documenti. Io le ho portato i documenti necessario, ma lei non li ha mai spediti”. Infine l’appello accorato: “Io continuo a ripetere che Diana deve rimanere nella mente delle persone”.
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