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Vent’anni dalla morte di Annalisa Durante, uccisa a 14 anni dalla camorra. Il papà: “Voglio solo abbracciare chi ha i suoi organi”

Pubblicato: 27/03/2024 17:30

Morire a 14 anni crivellati di colpi d’arma da fuoco in mezzo alla strada mentre si è con gli amici fuori in una comune serata di primavera, è un sacrilegio. Annalisa Durante lo sapeva di dover morire. Lo aveva scritto nel suo diario. “So che presto andrò in Paradiso”: confessioni sconvolgenti per un’adolescente che purtroppo sapeva di vivere in un ambiente tossico.

Il 27 marzo del 2004, in piena faida tra i Di Lauro e gli Scissionisti che sparge sangue e terrore nell’area Nord di Napoli, si spara, per altri motivi, anche nelle vie del centro storico. Si inseguono due scooter, sul primo c’è Salvatore Giuliano, rampollo del clan omonimo non ancora ventenne, sul secondo due sicari di un clan rivale che sparano. Giuliano risponde al fuoco e un proiettile colpisce Annalisa Durante al viso, 14 anni, che si trovava in strada con delle amiche. Dopo tre giorni di coma, Annalisa troverà la morte, diventando il simbolo di tutte le vittime innocenti di camorra.
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Vent’anni dalla morte, il papà: “Voglio abbracciare chi ha i suoi organi”

Sono passati vent’anni da quella morte orrenda. “Dopo 20 anni, non possiamo dire che non è cambiato nulla – racconta don Luigi Merola, ex parroco di Forcella che all’epoca dei fatti conosceva bene Annalisa che frequentava l’oratorio della parrocchia di San Giorgio Maggiore – è dovuta però morire una bambina per far cambiare questo quartiere ed è questo il dramma. Il messaggio che dobbiamo trasmettere a 20 anni dalla morte di Annalisa è proprio questo: non dobbiamo aspettare la morte per cambiare, dobbiamo cambiare per non morire”.

Giannino, il papà di Annalisa, per cui questi 20 anni non sono mai passati: “Per me è sempre il primo giorno che ho perso mia figlia. Ho donato gli organi e vorrei poter abbracciare le persone che oggi vivono grazie ad Annalisa. Spero che un giorno o l’altro possa abbracciarli, non chiedo di più”.

Il 31 marzo 2006 il ventunenne Salvatore Giuliano venne condannato dalla quarta sezione della Corte d’assise del tribunale di Napoli a 24 anni di reclusione. Nonostante la pena sia stata ridotta in appello a 18 anni, con la
sentenza del 16 aprile 2008 la Cassazione ha definitivamente condannato Salvatore Giuliano a 20 anni di reclusione.
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