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Ilaria Salis di nuovo in catene al processo, minacce agli amici fuori dall’aula. Negati i domiciliari

Pubblicato: 28/03/2024 07:50

Ilaria Salis, dopo le polemiche scaturite nei mesi scorsi per via del suo recente ingresso in aula di tribunale con le catene a piedi e fianchi, oggi viene condotta allo stesso modo in aula. Vicino a lei la madre e il padre. Fuori dall’aula di tribunale vi era un gruppetto di amici, conoscenti e difensori della giovane donna – tra i quali c’era anche il fumettista Zerocalcare – che hanno ricevuto insulti e minacce: “Ci hanno fatto delle riprese con i telefonini, ci hanno ripreso e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando diendo ‘ti spacco la testa’ “. Sulla questione è intervenuto anche il ministro Tajani: “Io mi auguro che la signora Salis possa essere assolta, ho visto che è stata portata in aula ancora in manette e catene ma pare che poi gliele hanno tolte. Non è un bel modo, non mi pare ci sia pericolo di fuga. Detto questo eviterei di politicizzare il caso se no si rischia lo scontro”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “A me preoccupa la cittadina Salis – ha aggiunto – non mi interessa se poi vogliono candidarla ma se si deve trasformare il processo in scontro politico lo scontro politico non favorisce la signora Salis”.

Negati i domiciliari: “È ancora pericolosa”

 “È ancora pericolosa”, ha dihiarato il giudice József Sos. “C’è una costante di pericolosità perché è comparsa quattro volte in tribunale in Italia”, ha ribadito. E, sempre secondo Sòs, “sussiste il pericolo di fuga”. “Tredici mesi di carcere – aggiunge il giudice – non sono eccessivi”. E, secondo i magistrati, non sono cambiate le circostanze. “La gravità dell’atto di accusa resta immutata. Al momento le valutazioni bisogna farle sull’atto di accusa. Il contraddittorio ci sarà nel processo compresa la valutazione sulla sua pericolosità”, Il padre ha dichiarato: “Dobbiamo tirarla fuori di lì. Solo da poco le è stato concesso di acquistare un asciugacapelli elettrico, e di avere un piccolo spazio di frigorifero dove conservare il cibo che può acquistare allo spaccio”.

Ilaria Salis candidata alle europee? L’idea del Pd

Elly Schlein ha sollevato l’idea di candidare Ilaria Salis, insegnante antifascista detenuta a Budapest da oltre un anno, al Parlamento Europeo. La proposta, discussa in una riunione pre-segretaria focalizzata sulle elezioni europee, segna un momento di forte tensione politica e sociale, non solo in Italia ma anche in Ungheria, dove la detenzione di Salis è diventata una questione politicamente carica.

Ilaria Salis è accusata in Ungheria di aver partecipato ad un assalto contro alcuni neonazisti durante una manifestazione, un’accusa che ha scatenato dibattiti e controversie, comprese dichiarazioni forti da parte del ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. La sua candidatura al Parlamento Europeo, proposta da Schlein e discussa tra i membri più fidati del Partito Democratico, mira a offrire a Salis l’immunità parlamentare, liberandola così dalla detenzione.

Questa mossa, però, non è priva di critiche e dubbi, anche all’interno dello stesso partito. La rappresentazione mediatica della Salis, inclusa la sua effigie in un murale a Budapest, insieme alle accuse mosse nei suoi confronti, rende la sua candidatura un tema delicato e controverso. La famiglia Salis ha finora escluso un impegno politico diretto, ma la possibilità della sua candidatura solleva interrogativi profondi sulla politica di immunità, sul ruolo dell’attivismo nel panorama politico europeo, e sulle tensioni tra ideologie opposte.

Nel frattempo, il Partito Democratico esplora anche altre candidature, come quella di Ivan Pedretti, per rafforzare i legami con il sindacato e navigare le complesse dinamiche di genere all’interno del partito attraverso la formula del “panino”, che alterna candidati maschili e femminili per assicurare un equilibrio.

La candidatura di Salis, se confermata, potrebbe diventare un simbolo potente di resistenza antifascista e di impegno per i diritti umani, ma anche un punto di frizione nell’attuale panorama politico europeo. La decisione del Partito Democratico di procedere con questa candidatura rappresenta non solo una scelta strategica per le elezioni europee, ma anche un momento significativo nel dibattito più ampio sulla giustizia, sull’attivismo e sul futuro dell’Europa.

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2024 12:19