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Se spegni il telefonino, vinci un regalo: l’iniziativa che spopola in Italia

Pubblicato: 04/04/2024 09:23

Tu spegni e metti via il telefonino, il ristorante – in cambio del sacrificio – ti regala una bottiglia di vino. La notizia, arrivata qualche giorno fa da Verona, ha fatto il giro di siti e giornali. Ma a ben vedere, sono tanti i locali in Italia in cui si mangia e si beve senza poter avere davanti agli occhi l’immancabile smartphone. Ecco dove e quali sono. Puntata su Verona, quindi. Se sei sconnesso ti regalano la bottiglia di vino al ristorante che si chiama “Al condominio”. E il nome già dovrebbe dire molto. Una piacevole novità che ha sollecitato lo scrittore Fernando Camon, che su Avvenire ha rimarcato come “l’uso del cellulare disturba non solo il tuo tavolo, ma anche i tavoli vicini. Mangiare e chiacchierare son due contrari. Non puoi gustare il pranzo col telefonino all’orecchio”.

Camon, da buon letterato nato in Veneto, si è ricordato di uno chef “che visitava i ristoranti per assegnargli un voto e bocciava immediatamente un locale se qualcuno stava fumando, o aveva fumato nell’ultima mezz’ora. Figurarsi se c’era un tramestio di telefonini! Verona adotta una tecnica gentile: non punisce i reprobi, ma premia i buoni”. Il vino come antidoto all’imperativo della connessione senza se e senza ma. Tempo fa era stato il sito nonsprecare.it a compilare un elenco di locali tech-free, nei quali si poteva mangiare o soltanto bere in compagnia di qualcuno e non con il telefonino tra le mani. Coma da Vitis Vinifera, enoteca di Roma Centocelle. Qui i gestori hanno lanciato la loro provocazione: “Tra vini e cibo senza cellulari, ovvero non si chatta, non si smanetta, non si trilla. Non si spreca tempo trascurando gli interlocutori e disturbando il prossimo”.

Che l’uso dei telefonini sia tra i maggiori esempi di maleducazione contemporanea è assodato. Per non sottolineare lo sfregio al galateo rappresentato dagli apparecchi “apparecchiati” sui tavoli tra posate, tovagliolo e bicchieri. Senza ricordare che sempre più spesso suonano, disturbando gli altri clienti del locale. Esattamente come capita a chi viaggia in treno, con le suonerie più strampalate che ti massacrano gli orecchi.

Tornando ai ristoranti e dintorni, un sondaggio effettuato per TheFork, la piattaforma per le prenotazioni tavoli online, registra che il telefonino a tavola infastidisce la maggior parte dei commensali (il 70% del campione), oltre a far perdere il piacere del cibo. Quanti sono quelli che non ne possono fare a meno? Il 39% di chi va a mangiare fuori. Per più della metà degli intervistati (54%) lo smartphone viene usato principalmente per telefonare (23%), controllare i social (17%) e chattare (14%). Ma anche per controllare le mail (6%). Va aggiunto che un 24% ha dichiarato di non far nemmeno più caso se un commensale è più occupato a controllare il telefono che a conversare. Va aggiunto poi che resiste sempre la tendenza di fotografare i piatti ordinati (dal 29% del campione), per poi postarli online e condividerli.

Di fronte a tutto questo, il caso di Verona conferma, sta crescendo una nuova tendenza: diversi ristoratori, in tutto il mondo, invitano i clienti a lasciare i cellulari all’ingresso. In cambio offrono perfino uno sconto significativo sui prezzi del menù. Anche in Italia la proposta dei pranzi, cene e aperitivi “free phone” prende sempre più piede, nel solco dei pionieri all’Osteria di Rubbiara, alle porte di Modena: qui gli smartphone non sono ammessi a tavola dal 1990. “All’inizio i portatili venivano requisiti – ricorda Giuseppe Pedroni, il titolare – e messi in un cassetto. Poi nel 1992 mio padre Italo fece costruire una cassettiera a scomparti e oggi finiscono lì dentro. Il modello di contenitore ce lo hanno copiato anche in Canada e in Australia. Alcuni clienti – rivela il ristoratore – si sono lamentati e li abbiamo persi. Molti altri li abbiamo guadagnati”.

Altri esempi? Il barpanetteria PanXFocaccia di Cuneo, che al mercoledì sera organizza l’Aperitivo sociale che permette ai clienti che lasciano il cellulare in un’apposita bag, in custodia ai gestori, di ottenere punti doppi sulla card che, dopo 10 drink, ne offre uno in omaggio. O come a Milano, con diversi locali che organizzano aperi-social per un bicchiere di vino in compagnia senza essere disturbati dall telefonino, Come Frida, Ostello Bello, Le Biciclette. A Torino l’idea di introdurre scatolette di legno nere, nelle quali riporre il telefonino prima di sedersi al ristorante, è stata applicata all’Hamburgheria di Eataly, in piazza Solferino. A Roma idea originale quella promossa dal ristorante Casa Coppelle, dove si cena leggendo poesie al posto di mail e notifiche sullo smart (su un apposito volume scelto à la carte). E qualche anno fa, uno fra i primi locali sensibili al tema è stato lo Stonehenge Bar, ristorante di Teramo che offriva uno sconto del 15% a chi lasciava il cellulare all’ingresso del ristorante (a patto però che a farlo fossero tutte le persone dello stesso tavolo).
Del resto il film cult “Perfetti sconosciuti”, venduto in decine di nazioni estere, potrebbe funzionare benissimo da manifesto della deleteria abitudine – ormai a questa siamo arrivati – di utilizzare la forchetta con la destra mentre teniamo il telefonino con la sinistra,