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De Gregori-Zalone, la coppia artistica si racconta: “Non abbiamo necessità di stupire”

Pubblicato: 12/04/2024 13:13
de gregori zalone

Un Dio li ha fatti e poi, a un certo punto della loro vita, li ha uniti. Nel nome della musica, si intende. In molti li hanno definiti una strana coppia, ma Francesco De Gregori – cantautore – e Checco Zalone – comico – lo hanno ribadito alla presentazione del loro disco “Pastiche”, che anticiperà i due concerti unici di giugno a Roma. “Non abbiamo necessità di stupire, ci siamo incontrati solo per fare musica”, hanno detto in coppia a Milano.
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De Gregori e Zalone hanno presentato ieri, con uno showcase, l’album che vede l’attore-regista, in versione musicista puro, accompagnare l’artista al pianoforte. Come ha spiegato De Gregori, “Pastiche è una parola antica e il disco è pieno di cose vintage. Il titolo traduce al meglio il nostro lavoro, con tanta musica diversa, dalle canzoni di Checco alle mie. O anche a canzoni di altri come Paolo Conte, che ho malamente interpretato”. Il progetto nasce da lontano, da un lontano tour del cantautore in Puglia durante il quale chiese ad alcuni collaboratori di trovare il numero telefonico di Zalone. Che poi gli rispose, ma pensando a uno scherzo.

Amici e compagni sul palco: il rapporto tra De Gregori e Zalone

“Siamo amici, forse – ha confidato Zalone – e De Gregori è uno dei pochi amici che ho nel mondo dello spettacolo. Fa una cacio e pepe e una carbonara buonissime e ha uno Steinway che non ha mai suonato così bene come con me. Mi ha riempito di complimenti finché non è nata questa idea, è un pasticcio, una marachella come piace dire al Maestro”. Che come non tutti sanno, odia sentirsi chiamare Maestro, ma a Zalone è concesso. “All’inizio – ha confermato De Gregori – era voglia di suonare, cantare e condividere ma poi è finita in un disco, che abbiamo fatto per il pubblico”.

Zalone musicista: “Forse deluderò qualcuno perché…”

Alla presentazione milanese Zalone non poteva mettere da parte la sua “insana” ironia. “Qui non faccio il comico, ma suono. È un’operazione stile Woody Allen, ma la differenza è che io so suonare. Forse deluderò qualcuno perché mi presenterò senza fare lo stupido”. Non lo teme De Gregori: “Nessuno si aspetta che Checco faccia ridere. Mi piace molto come pianista, ma non so quanto vorrebbe cantare le mie canzoni”. Tanto che durante lo showcase il cantautore ha dimenticato alcune parole del brano e ha chiesto a Zalone di ricominciare. Nel segno di quell’idea comune tra i due di voler fare un bilancio della vita o di non volerlo fare, “e che sono in un’età – ha detto il Francesco romano – in cui a me viene naturale”. Ma ha aggiunto l’altro: “A me no”, è giù risate.

L’idea di un tour non piace alla coppia artistica: meglio la “toccata e fuga”

Come ha raccontato il cantautore al pubblico presente, “ho amato Checco dal primo film per il suo sguardo innocente e dolce sulle creature umane e la società. Come Sordi e Gassmann, rende pubblico l’italiano medio senza cattiveria, con rispetto e delicatezza, le stesse qualità che ritrovo nel suo modo di interpretare la musica”. Lo showcase di Milano ha fatto da antipasto ai due concerti in programma il 5 e il 9 giugno alle terme di Caracalla di Roma. Appuntamenti unici. “Non ci va – ha detto De Gregori – di fare un tour, ma di toccare e fuggire come è giusto su un progetto del genere. La gente ci vorrebbe vedere ancora, ma ogni tanto alla gente bisogna saper dire di no e questo tiene in vita gli artisti. Se dovessimo correre dietro a tutti sarebbe un suicidio. Ma poi – ha chiesto al pubblico – non vi basta mai? Mi sembra abbastanza bello quello che abbiamo fatto”.

De Gregori al cinema? Un sogno possibile

Sul doppio concerto a Caracalla è stato detto che “stiamo costruendo uno spettacolo che sarà diverso dai soliti spettacoli musicali, perché siamo due anime diverse e l’improvvisazione è la nostra guida”. Che questo sia il loro marchio di fabbrica sembra acclarato, visto che ieri a Milano hanno presentato a sorpresa all’evento “Generale” di De Gregori e “I uomini sessuali” di Zalone. La domanda è scontata: dopo il debutto di Zalone come musicista ci sarà quello di De Gregori al cinema? “Mi piacerebbe molto” ha ammesso lui. Sicuramente la loro collaborazione non finirà qui, perché “siamo diventati amici: gli artisti – ha aggiunto il comico – quando superano i 60-65 anni diventano livorosi e incazzati con l’età e il mondo moderno, mentre non ho mai sentito De Gregori parlar male della trap. Anche se tende a smitizzare tutti e dice cose terribili sui colleghi, la sua è assenza di retorica e moralismo è unita a un profondo senso etico”.

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2024 06:39