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”Mi ha messo la lingua in bocca e poi…”, l’attore accusa Franco Zeffirelli. Quando è successo

Pubblicato: 14/04/2024 14:56

Il mondo del cinema è nuovamente scosso da gravi accuse di comportamenti inappropriati, questa volta coinvolgendo il defunto regista italiano Franco Zeffirelli, deceduto nel 2019 all’età di 96 anni. L’attore britannico Bruce Robinson, noto per il suo ruolo di Benvolio nel film “Romeo e Giulietta” del 1968 diretto da Zeffirelli, ha rilasciato dichiarazioni pesanti sul set del famoso film in un’intervista al quotidiano conservatore The Telegraph.

Robinson ha rivelato che, all’età di 22 anni durante le riprese, Zeffirelli avrebbe compiuto atti di molestie nei suoi confronti. “Venne mentre mi facevo la doccia, si offrì di asciugarmi i capelli. Ma subito dopo mi ritrovai la sua lingua in gola. E poi di peggio”, ha dichiarato l’attore, senza tuttavia entrare nei dettagli degli eventi successivi. Ha etichettato Zeffirelli come una persona “disgustosa” e “sadica”.

Robinson, nel corso della sua carriera, ha lavorato con altri noti registi come François Truffaut e Ken Russell e ha fatto un paragone con il noto produttore americano Harvey Weinstein, le cui azioni hanno contribuito a scatenare il movimento #MeToo. Ha commentato l’atteggiamento comune di alcuni potenti registi cinematografici del passato, che spesso si aspettavano favori sessuali in cambio di opportunità lavorative.

Questo caso aggiunge un altro capitolo oscuro alla storia di abusi nel mondo del cinema, sottolineando come tali comportamenti fossero spesso tollerati o ignorati, specialmente nei confronti di giovani attori vulnerabili. Le accuse postume contro Zeffirelli sollevano questioni complesse sulla giustizia e sulla reputazione, considerando che il regista non è più in grado di difendersi.

Le rivelazioni di Robinson servono come promemoria critico che, nonostante i progressi fatti dall’industria nel trattare queste questioni, il cammino verso un ambiente completamente sicuro e rispettoso è ancora lungo. Questo caso, se confermato, potrebbe incoraggiare altri a venire avanti con le loro esperienze, continuando così la lotta per un cambiamento sostanziale nel trattamento degli attori e delle attrici nell’industria cinematografica.