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Ecco i padroni di quello che mangiamo. Inchiesta sull’impero oscuro del cibo. Cosa c’è davvero dietro le nostre tavole

Pubblicato: 15/04/2024 13:55
padroni mercato agroalimentare

Vi siete mai chiesti chi e come gestisce il nostro cibo? E quindi la nostra alimentazione? Come ormai in tutti i settori, ci sono dei super gruppi che la fanno da padroni. La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) ha contato che sono 14 i grandi gruppi che regnano sul commercio agroalimentare mondiale. Di questi, spesso, non si conoscono neanche i nomi. I primi quattro, secondo le stime dell’Agenzia, sono Cargill, Archer Daniels Midland, Bunge e Louis Dreyfus: da soli controllano circa il 70% del mercato agricolo mondiale. Come spiega Martine Orange in un pezzo ripreso dal Fatto Quotidiano e tradotto da Luana De Micco, l’impennata dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo, che alimenta a sua volta l’inflazione oltre che il rischio di crisi alimentare nei Paesi più poveri, ha indotto l’istituzione internazionale a esaminare in profondità il ruolo svolto da questa manciata di giganti dell’agroalimentare. E quel che è emerso è che sono stati proprio questi grandi gruppi ad aver tratto tra i maggiori vantaggi dalla serie di crisi che si sono succedute negli ultimi quattro anni. La pandemia, la guerra in Ucraina, le tensioni geopolitiche. (Continua a leggere dopo la foto)
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frutta e verdura caro prezzi

Grazie a una volatilità senza precedenti dei prezzi di tutte le materie prime agricole (grano, soia, mais, girasole, riso, zucchero, caffè e cacao), gli affari per loro sono schizzati alle stelle. Nel 2022, Cargill, Archer Daniels Midland, Bunge e Louis Dreyfus “hanno realizzato un utile cumulato di oltre 17 miliardi di dollari, ovvero quasi il triplo dei risultati del 2020”. Si legge nel rapporto dell’UNCTAD: “I profitti totali delle nove principali aziende produttrici di fertilizzanti negli ultimi cinque anni sono passati da una media di circa 14 miliardi di dollari prima della pandemia, a 28 miliardi di dollari nel 2021, per poi raggiungere la cifra di 49 miliardi di dollari nel 2022”. Altro dato choc? Dei 14 grandi gruppi identificati dall’UNCTAD, “solo 8 sono quotati in borsa e pubblicano i loro conti”. Tutti gli altri prosperano nell’ombra. Ma come hanno costruito questo impero? “Hanno prima preso il controllo di impianti di lavorazione e di stoccaggio e di società di trasporto. Poi hanno messo le mani su semenze e fertilizzanti. Quindi sono diventati giganteschi proprietari terrieri. Controllano ormai centinaia di migliaia di ettari in Ucraina, Brasile, Argentina, Australia e Canada, cioè in tutti i principali Paesi agricoli, dove possono praticare colture intensive su scala industriale”. (Continua a leggere dopo la foto)

agricoltura, produzione alimentare

Avendo una posizione dominante, sono loro a dettare le condizioni ai produttori e ai governi locali e influenzare le abitudini alimentari del pianeta. Dopo decenni di fusioni e acquisizioni, questi giganteschi gruppi “hanno potuto estendere la loro influenza su tutta la catena di approvvigionamento. Avverte dunque UnCTAD, e questo è l’allarme più duro: “Se una mandata di aziende continuerà a detenere un potere smisurato sui sistemi alimentari mondiali, qualsiasi politica, volta a mitigare gli effetti a breve termine dell’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari risulterà inutile a lungo termine”. Ma in che modo i grandi gruppi che controllano il commercio agricolo mondiale hanno usato il loro smisurato potere di mercato per spingere la speculazione e aumentare i loro profitti? L’UNCTAD non è in grado di rispondere, ma ritiene che, viste le minacce che pesano sia sulla sicurezza alimentare globale che sulla stabilità finanziaria, sia giunto il momento di riconoscere l’inadeguatezza delle normative attuali che hanno finor permesso tutto questo.

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