Vai al contenuto

“Effetto o-Scurati”: le vere conseguenze della cancellazione del monologo dello scrittore

Pubblicato: 22/04/2024 17:45

“Effetto oScurati”. E’ caustico e illuminante il commento di Aldo Grasso, critico dei media e professore di Storia e linguaggi del broadcasting all’Università Cattolica di Milano, sul caso Rai-Scurati. Che in un editoriale di oggi per il Corriere della Sera ha elencato quattro punti di riflessione sul perché la cancellazione dell’intervento sul 25 Aprile di Antonio Scurati da parte della Rai “diventa un formidabile caso di scuola da insegnare in tutte le facoltà di comunicazione, nelle scuole di giornalismo, nelle Academy, nei corsi sulla tv”.

Al primo punto Grasso riflette su una regola da non dimenticare. “Una volta che un testo viene censurato c’è il forte rischio che quel testo non sia più controllabile e percorra una sua strada imprevedibile: Effetto boomerang. Così è successo”. In effetti il critico ricorda che sabato sera il testo contestato è stato letto da Serena Bortone su Rai 3, da Massimo Gramellini e Roberto Vecchioni su La7, poi è stato pubblicato da quasi tutti i giornali ed è stato trasmesso in radio e sui siti web. Per non dire del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che ha proposto ai suoi colleghi di leggere dal palco delle celebrazioni della festa della Liberazione “il monologo censurato. Fosse andato in onda, qualcuno l’avrebbe pure criticato per la scrittura”, ha osservato Grasso.

Che ha rilevato come l’effetto boomerang “sia stato acuito dalle contraddittorie motivazioni fornite dall’aziendaAlla fine non si è capito se la censura è dovuta ai contenuti dell’intervento, al compenso pattuito, a un pasticcio dell’ufficio contratti. Un’azienda che vive di comunicazione non può dire che c’è stato un “difetto di comunicazione: e l’Effetto Ferragni. Per arrivare poi al terzo punto sottolineato dal critico: “Tra le molte giustificazioni, il direttore degli approfondimenti Paolo Corsini nega che ci sia mai stata una censura su Scurati, ma adombra un’altra scusa, cioè il rapporto tra lo scrittore e gruppi editoriali concorrenti. Il riferimento è al film che Sky ha tratto dal libro “M” di Scurati. Se è così, la trattativa non avrebbe nemmeno dovuto iniziare: Effetto zappa sui piedi”.

Infine Grasso rileva come l’intervento della premier Giorgia Meloni sul caso, concretizzato pubblicando su Facebook il testo di Scurati, sia un autogol leggendo la nota acclusa. “Chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico – ha scritto la presidente del Consiglio – non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini”. Esemplare la riflessione di Grasso: “Meloni attacca il principio del pluralismo ma svela anche una Rai più realista del re: Effetto oScurati”.

E’ dall’intervento istituzionale della Meloni sul caso – del tutto inusuale per un premier, che si spinge a ridimensionare lo spessore dell’autore ironizzando sul compenso pattuito – che riemergono i soliti toni da battaglia contro il nemico. Quel nemico non rassegnato, che si ostina a non riconoscere che quelli di adesso sono migliori di quelli di ieri. Addirittura più democratici, parlando di libertà di pensiero, perché quelli di oggi perseguono l’obiettivo di formare una cultura nazionale più inclusiva e pluralista (festa della Liberazione annessa?). Come questo processo possa concretizzarsi tra censure palesi e occulte, spinta all’esodo di professionisti Rai da decenni in azienda, promozione di figure professionali vicine per credo politico e pesante perdita di ascolti, è un rebus.

Come appare controverso il valore delle parole espresse, dopo l’oscuramento maldestro del monologo, dal direttore generale Rai Gianpaolo Rossi, in rampa di lancio per assumere l’incarico di amministratore delegato. “Si susseguono notizie inverosimili e ricostruzioni surreali, mi trovo costretto ad intervenire per cercare di frenare l’ennesimo tentativo di aggressione nei confronti della Rai”, ha scritto oggi l’alto dirigente scelto da Fratelli d’Italia per guidare l’azienda pubblica. Rossi informa che “è in atto un’istruttoria per verificare se ci siano stati errori per la mancata partecipazione dello scrittore Scurati alla trasmissione di Serena Bortone. Il senso di responsabilità richiederebbe di attenderne il termine prima di lasciarsi andare a commenti o conclusioni che rischiano di risultare meri polveroni mediatici, come altre volte in passato”.

In attesa dunque dell’istruttoria, che possiamo prevedere sarà tutt’altro che assolutoria nei confronti dello scrittore e della Bortone, si sbandiera una difesa senza indugi dell’operato della dirigenza della nuova Rai. Operato su cui l’attuale ad Roberto Sergio, a pochi giorni dalla sostituzione proprio con Rossi, a caldo aveva dichiarato: “Vogliono distruggere la Rai, chi ha sbagliato deve pagare”. A meno che tutto non sia stato originato da un drone mediatico scagliato su viale Mazzini dalla concorrenza, Sergio ipotizza che chi ha sbagliato starebbe dentro la Rai. Evidentemente i due timonieri dell’azienda radiotelevisiva pubblica non comunicano.