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Vannacci e le classi separate per gli alunni disabili, rabbia dei vescovi: “Torniamo agli anni bui”

Pubblicato: 27/04/2024 17:46

“Pur nel rispetto di ogni opinione e scelta politica, ci troviamo di fronte a una questione che va oltre: una visione culturale della vita. Queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia”, così commenta monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano e vicepresidente della CEI, l’intervista rilasciata alla Stampa da Roberto Vannacci, candidato per la Lega alle elezioni Europee. A scatenare le polemiche sono state le parole del generale sulla necessità di separare i disabili dagli altri ragazzi all’interno delle scuole. “Mi permetto di affermare, insieme a Papa Francesco, che l’inclusione è un segno di civiltà. Le classi separate perpetuano la creazione di ghetti. Separare i fratelli disabili significa emarginarli o guardarli con sospetto. Eppure, essi possiedono molte abilità che noi non abbiamo”.

Monsignor Savino ricorda anche la Via Crucis di quest’anno, dedicata ai disabili dalla sua diocesi. “Sono stati loro i protagonisti, e io, ma forse non solo io, sono tornato a casa sentendo di aver vissuto un’esperienza veramente bella. Quando c’è inclusione, riescono a dare il meglio di sé stessi. Ci danno lezioni di vita, di umanità, di bellezza. Per favore”, conclude il vicepresidente dei vescovi italiani commentando le parole di Roberto Vannacci, “siamo seri e responsabili”.

Ma cosa ha detto precisamente il candidato della Lega alle Europee? “L’italiano ha la pelle bianca, lo dice la statistica”, sono state le sue parole. E poi: l’omosessuale che “ostenta da esibizionista deve accettare le critiche”, “l’aborto non è un diritto”, gli studenti a scuola, inclusi i disabili, “vanno divisi in base alle loro capacità: credo che classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare”. A chi gli chiede se non sarebbe una soluzione discriminatoria, il candidato replica: “Non è discriminatorio. Per studenti con problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri”.

Parole che hanno subito suscitato sdegno e un coro di proteste nella politica e nell’associazionismo. A cominciare da Marco Espa, presidente ABC Italia (Associazione Bambini Cerebrolesi): “Eccolo qua il povero generale! Cerca di attrarre tutti coloro che dicono – di nascosto – ‘eh, però, dai, ha ragione’. Lo sfidiamo a competere con i nostri figli gravemente disabili, che frequentano e hanno frequentato la scuola pubblica, con quelli considerati disabili mentali che si sono laureati anche a pieni voti, o con il nostro mentore Claudio Imprudente Laurea honoris causa all’Università di Bologna o con migliaia di altri che pur tra mille difficoltà, sono orgogliosamente dentro un percorso inclusivo pubblico, fuori da ogni separazione e ghettizzazione, come piacerebbe al generale, la cui vita a quanto pare è stata comoda, accomodante e per nulla selettiva, come lui propugna per giustificare la ghettizzazione delle persone con disabilità”. “Poverino generale”, continua Espa. “La nostra vita di tutti i giorni, di persone con disabilità, di madri e padri è talmente selettiva che la sua accademia militare dev’essere stata una passeggiata allegra e spensierata, si capisce dalla qualità di quello che dice. Ps: complimenti a chi lo ha candidato”.

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