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Dramma in Gallura, si suicida a 16 anni il ragazzo che nel 2019 denunciò le violenze dei genitori

Pubblicato: 29/04/2024 18:25

Alla fine è andata nel peggiore dei modi. Dramma ad Arzachena, in Gallura, dove un ragazzo di 16 anni si è tolto la vita. Nel 2019, quando di anni ne aveva 11, il ragazzo aveva denunciato i maltrattamenti continui dei suoi genitori e di una zia. Emerse che il giovane veniva tenuto chiuso continuamente nella sua stanza, con la porta sprangata. Veniva tenuto al buio, senza letto e con un secchio per i bisogni. A volte veniva picchiato con un tubo di plastica, tenuto a pasta in bianco e pane, costretto a fare anche dodici docce gelate al giorno e alla lettura della Bibbia. Era stato affidato a una “zia buona”, ma arriva ora la terribile notizia del suo suicidio.
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Le punizioni dei genitori

Nel 2019 il giovane raccontò il modo in cui veniva picchiato e punito dai genitori, il padre di 47 anni e la madre di 43. Alla fine riuscì a chiamare i carabinieri da un cellulare senza scheda. Sembrava si stesse riprendendo da quella terribile esperienza, poi nelle scorse ore è arrivata la notizia che si è tolto la vita nella casa della zia materna, “la zia buona”, come la chiamava lui, a cui era stato affidato dopo la revoca della potestà genitoriale e la condanna della mamma e del papà. È stata proprio la zia a trovare il corpo. I soccorsi sono arrivati sul posto, non hanno potuto far altro che dichiararne il decesso.
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Non solo. Dalle indagini erano emerse anche le terribili e umilianti punizioni inflitte al bambino, segregato al buio nella sua stanza per ore, senza letto e con un secchio per fare i bisogni, e picchiato con un tubo di plastica dietro le ginocchia. Mangiava solo pane e pasta in bianco ed era costretto a fare anche 12 docce gelate d’inverno, privato di giochi, di indumenti e della lettura della Bibbia. L’11enne, come confermato dalla zia in uno degli interrogatori, doveva subire terribili punizioni per “correggere” il suo comportamento ritenuto troppo vivace.

L’affidamento e il suicidio

Nel 2022 la Corte di Cassazione aveva confermato per i genitori e per la zia la condanna a otto anni di reclusione per maltrattamenti e sequestro di persona. La faccenda sembrava chiusa, ma il ragazzo aveva ferite tanto profonde che ha deciso di mettere fine alla sua vita.

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 18:59