
Vi sarà capitato, scorrendo il feed del vostro social preferito, di imbattervi in video di sessioni di yoga in cui tenerissimi cuccioli di cane interagiscono con i praticanti. Il fenomeno del “puppy yoga”, esploso da mesi anche in Italia dopo l’iniziale boom negli Stati Uniti, è fatto di abbracci e coccole tra umani e cagnolini ed è alimentato proprio dai contenuti social, con didascalie che puntano molto sulla “magia” o la “dolcezza” di questa interazione.
All’apparenza una pratica innocua, divertente e a contatto con gli animali, ma che nella realtà sottopone i cuccioli a una vera e propria violenza fisica e psicologica. Per questo motivo il Ministero della Salute ha deciso di accogliere le denunce delle numerose associazioni animaliste che in questi mesi avevano puntato il dito contro il “puppy yoga”, vietandolo del tutto.
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Cos’è il puppy yoga
Prevede lezioni di yoga condotte in sale o palestre in cui siano presenti cuccioli di cane, lasciati liberi di interagire con i presenti: a una prima fase di esercizi ne segue una di interazione pura, definita “coccole” o “pet therapy”, e che comprende sempre la possibilità di scattare foto e selfie, che poi spesso vengono pubblicati sui social network. Da tempo il Puppy yoga era al centro di polemiche e denunce da parte di attivisti e associazioni animaliste, che sostenevano che fosse una forma di sfruttamento degli animali, soprattutto in una fase della loro vita in cui dovrebbero essere lasciati alle cure della madre e mantenuti lontani da ambienti stressanti e da interazioni eccessive con gli esseri umani.
In Italia le lezioni costano mediamente 40 euro e prevedono una mezz’ora di yoga classico e una mezz’ora di interazioni: sono quasi sempre svolte con cuccioli di razza, provenienti da allevamenti. Gli allevatori “danno in affitto” i cuccioli per le lezioni, ottenendo in cambio un pagamento o semplicemente la possibilità di pubblicizzare la vendita degli stessi cuccioli.
La denuncia degli animalisti
Secondo quanto riferito da molti attivisti e anche da alcuni dei partecipanti, spesso le sedute di Puppy yoga si trasformano in promozioni della vendita dei cuccioli stessi. Le associazioni animaliste denunciano inoltre che, nonostante le rassicurazioni, spesso nelle sedute sarebbero impiegati per queste pratiche cuccioli che hanno meno delle 8 settimane stabilite dalla legge, considerate indispensabili per lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale degli animali, oltre che per completare il ciclo vaccinale.
Nelle scorse settimane l’associazione animalista Lndc Animal Protection aveva presentato presso la Procura di Milano una denuncia per possibile maltrattamento degli animali. “Ci troviamo di fronte a un vero e proprio sfruttamento a fini commerciali – aveva dichiarato la Presidente dell’associazione Piera Rosati – che non tiene in alcun conto il benessere e la salute psicofisica di creature ancora troppo fragili per essere trattate in questo modo. A quell’età, i cuccioli non dovrebbero affrontare viaggi e stress, ma stare in un ambiente tranquillo e protetto sotto la guida e le cure della mamma”.
Anche la ong animalista Enpa aveva invitato a boicottare questa pratica e a segnalare le sempre crescenti realtà che la stavano proponendo. “Non solo il Puppy Yoga – ha affermato Giusy D’Angelo, esperta cinofila Enpa – rappresenta un’esperienza stressante sul piano psico fisico ed etologico per i cuccioli, ma incentiva anche adozioni, in questi casi tramite acquisto, inconsapevoli”.
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