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Lavinia Limido, parla la mamma: “Manfrinati avrebbe voluto sterminare la mia famiglia e suicidarsi”

Pubblicato: 08/05/2024 13:10

Parla Marta Criscuolo la mamma di Lavinia Limido, la donna sfregiata con l’acido da Marco Manfrinati, che nello stesso assalto suo marito, Fabio. “Come sta tuo marito?” – Dopo aver visto il marito ormai senza vita e la figlia in condizioni gravissime, Marta Criscuolo ha incrociato lo sguardo di Manfrinati: “Rideva – ha detto -, diceva: come sta tuo marito? Volete togliermi il bambino? Ecco cosa è successo. E continuava a chiamarmi tr… e put… con fare sprezzante e disgustoso. Le persone presenti sono rimaste esterrefatte della scene a cui hanno assistito. Anche quando è salito sull’auto delle forze dell’ordine continuava a ridere”.
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Il racconto di Marta Criscuolo a Pomeriggio Cinque

Intervenuta in diretta con Myrta Merlino a Pomeriggio Cinque, Marta Criscuolo ha raccontato dell’umiliazione subita da Manfrinati al processo per stalking a Varese, e anche del passato violento. “Mia figlia è fuggita il 2 luglio 2022 perché l’avrebbe uccisa. Lui glielo diceva sempre che avrebbe ucciso tutti, da lì fuggì. Assoldammo una guardia del corpo e le comprammo una parrucca bionda. Avevo organizzato tutto per metterla in salvo, lei e il bambino. Marco ha tagliato le gomme dell’auto di mia figlia otto volte”.
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“A marzo scorso voleva uccidermi. Me la sono scampata. Negli ultimi anni abbiamo vissuto con spray al peperoncino, non uscivamo dall’auto prima che il cancello si chiudesse. Ma per mia figlia avrei fatto questa vita per dieci anni”.

Le denunce cadute nel vuoto

“Abbiamo avuto avvocati eccezionali, abbiamo ottenuto un divieto eccezionalmente per maltrattamenti. Non si sa perché questa misura è stata revocata, tanto che lui è andato all’asilo a prendere il bambino e lo ha tenuto per tre giorni”. E ancora: “La denuncia per maltrattamenti è stata archiviata dalla Procura di Busto Arsizio, una denuncia di quindici pagine. Abbiamo ottenuto un ammonimento da parte della Questura, in quell’occasione lui ha chiamato mia figlia dicendole di avere un martello con il quale avrebbe compiuto una mattanza”.

Le valutazioni psichiatriche

“Lo abbiamo detto a tutti che era pericoloso, si è anche presentato con un martello davanti a casa. Non siamo stati protetti abbastanza. Nel 2020 Marco Manfrinati ha preso a pugni mio marito come farebbe un uomo rabbioso. Ho chiamato la madre per chiederle se avesse avuto bisogno di uno psichiatra. Lei mi ha risposto che non ci sarebbe stato bisogno, perché gli avrebbero dato solo delle goccine. Ha aggiunto che il figlio aveva un carattere rigido e avrebbe bisogno di rilassarsi. Poi è stato sottoposto a un CTU, una consulenza tecnica d’ufficio, e a un test di Rorschach eseguito dal dottor Zidolfi. Da questi esami non è stata riscontrata nessuna patologia”.

La donna ha raccontato di essere stata lei a presentare l’uomo alla figlia: “Una truffa ha aggiunto. Si è rivelato come dottor Jekyll e Mr. Hyde. Mia figlia diceva di aver sbagliato, io le dicevo che in realtà è stata truffata. Come tutti noi siamo stati truffati. Mio marito ha dedicato tutta la sua vita alla sua famiglia, è morto in un modo che rappresenta la dedizione che ha avuto per la moglie e le figlie in questi anni. A mia figlia dirò che il padre è morto guadagnandosi il paradiso per salvarle la vita”.

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2024 13:54