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Massacro in Messico: i resti smembrati di tre surfisti ritrovati in un pozzo

Pubblicato: 08/05/2024 11:32

I resti dei corpi smembrati di tre surfisti sono stati rinvenuti in un pozzo del comune di Ensenada, nella regione messicana della Bassa California. Si tratta di due fratelli australiani, Callum e Jake Robinson, e del loro amico Jack Carter Rhoad. Si erano allontanati il 27 aprile, facendo poi perdere completamente le loro tracce. I loro resti sono stati ritrovati il 4 maggio scorso, ma la notizia è stata resa pubblica soltanto dopo le prime indagini riservate.
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Le indagini

Secondo le prime ricostruzioni, Jake Robinson, un medico di 30 anni, aveva lasciato l’Australia circa due settimane fa per fare “un viaggio indimenticabile” con suo fratello Callum, che viveva a San Diego. L’idea era quella di una vacanza con varie tappe in cui di surfare con il loro amico Jack Carter Rhoad, un cittadino statunitense anche lui residente a San Diego.

I tre uomini sono stati denunciati come dispersi quando non hanno effettuato il check-in nell’alloggio prestabilito a Rosarito, in Messico, lo scorso fine settimana. Il 4 maggio i loro cadaveri sono stati ritrovati all’interno di un pozzo profondo 5 metri, non lontano dal campeggio in cui alloggiavano nella regione messicana della Bassa California.

I parenti delle vittime hanno identificato i corpi senza bisogno di test genetici. A ucciderli, con un colpo di pistola, sarebbero state tre persone, due fratelli e una donna di 23 anni, che volevano rubargli l’auto con cui si stavano spostando. Il gruppo è stato accusato e arrestato dalla polizia. La donna, tra l’altro, è stata trovata in possesso del cellulare di uno dei fratelli australiani.

Le ipotesi sull’aggressione

L’aggressione, particolarmente violenta, sembra avere tutti i segni di un violento scontro con qualche appartenente ai cartelli del narcotraffico. Il violento triplice omicidio è però una particolarità, visto che raramente le aggressioni riguardano le zone turistiche. L’accaduto ha scosso la comunità di Ensenada, al punto da convocare un raduno dei servisti e dei cittadini in solidarietà alle famiglie delle vittime. “Ensenada è una fossa comune”, si legge su un cartello delle persone per le strade della città. “Australia, siamo con te”, ha scritto un uomo su una della mezza dozzina di tavole da surf presenti alla manifestazione.