Quanto volte, quando siamo entrati in un negozio per provare un abito, ci siamo chiesti perché la nostra taglia cambia totalmente in base non solo al marchio (di solito fast fashion) o al Paese, ma anche alla singola collezione dello stesso brand? Oppure, anche se la taglia ci sembra quella giusta, il pantalone che indossiamo calza perfettamente la tua vita ma è troppo lungo, troppo corto, o troppo largo sulle cosce.
Leggi anche: La modella 24enne Lauren Wasser perde entrambe le gambe dopo aver usato gli assorbenti interni
Cos’è il Vanity Sizing
Insomma, tra i brand di fast fashion non esiste una linea ben definita secondo cui le taglie vengono decise in modo universale. Sembra difficile infatti riuscire a mantenere gli stessi ritmi di produzione diversificando ulteriormente. Ma esiste anche un altro problema in questo settore: il Vanity Sizing, una tecnica utilizzata da molti marchi fast fashion.
Il Vanity Sizing consiste nel segnalare sull’etichetta dell’abito una taglia più piccola rispetto alle reali misure, allo scopo di per farci sentire “più magre”. Un modello di business che approfitta delle insicurezze delle persone, questo è il problema. E infatti in molti sui social cominciano a prendere coscienza della situazione, rinominando questa problematica come “Sizing problems”.
Insomma, è proprio dai consumatori, soprattutto donne, che si sta diffondendo in tutto il mondo questa nuova consapevolezza che sia profondamente ingiusto approfittarsi delle paure e delle insicurezze delle persone che purtroppo non hanno un fisico perfetto, pur di vendere loro sempre più capi di abbigliamento.
Leggi anche: Chiara Ferragni “licenziata” da Pantene: al suo posto la bellissima modella Havi Mond