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Campi Flegrei, il Vesuvio può eruttare? Perché esce gas? Tutte le risposte al nuovo incubo italiano

Pubblicato: 22/05/2024 10:15
Vesuvio

Quello che sta succedendo nei Campi Flegrei sta agitando la Campania e non solo. L’incubo di una possibile eruzione del Vesuvio, di terremoti e maremoti si fa sempre più forte. Ma come stanno davvero le cose? Ci sono una serie di domande alle quali si può rispondere, per cercare di fare chiarezza e, anche, per tranquillizzarci un po’. Innanzitutto: perché la terra sì sta abbassando e alzando? È il fenomeno del bradisismo, e il terremoto avviene nel corso di una crisi bradisismica. Se la crosta terrestre superficiale si deforma finisce per spaccarsi e generare terremoti, inoltre, può avvenire la risalita di gas dalle profondità della terra. Il gas, infatti, ha origine nei serbatoi di magma situati nella profondità. Il magma, muovendosi, libera il gas cui è mischiato. Una delle domande fondanti, però, è: se nell’area investita dalla crisi è presente un vulcano, come in questo caso, si può arrivare all’eruzione? Purtroppo la scienza risponde in modo chiaro: il Vesuvio ha eruttato 70 volte negli ultimi 15 mila anni e dunque può ripetersi. (Continua a leggere dopo la foto)
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A queste e ad altre domande ha dato risposta Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sul Corriere. Gli viene chiesto se l’esplosione del Vesuvio possa essere un pericolo imminente, e l’esperto tranquillizza: “No, non ci sono evidenze che questo possa accadere, per il momento. Non abbiamo rilevato segnali come ad esempio la risalita di fluidi magmatici o valori geochimici preoccupanti”. Di Vito poi ricorda che “quarant’anni fa l’incalzare del bradisismo fu molto più veloce rispetto all’attuale che va avanti lentamente dal 2006 e ha avuto un’accelerazione più recentemente. Il terreno si sollevò fino a raggiungere anche i 9 centimetri al mese. In poco meno di due anni il suolo si innalzò di 1,80 metri. Anche il tasso di sismicità, cioè il numero delle scosse di terremoti intercorse, rilevato con strumenti molto differenti da quelli oggi utilizzati, quindi non perfettamente comparabili, nell’82-’84 è stato superiore”. (Continua a leggere dopo la foto)

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La paura ora, però, è che possano verificarsi altri terremoti. Di Vito, infatti, dice che non si può escludere. L’Osservatorio Vesuviano dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è il più antico del mondo, fondato nel 1841 e inizialmente situato alle falde del Vesuvio. Oggi segue la crisi con estrema attenzione: “Stiamo raccogliendo i dati sulla variazione del comportamento di questi fenomeni. Siamo in continua vigilanza, coordinandoci con Protezione Civile e sindaci dei territori coinvolti. Al momento non abbiamo rilevato punti critici. Le analisi dei gas stanno evidenziando un aumento delle temperature e della pressurizzazione del sistema idrotermale superiore. I valori del gas emesso sono pari a 4.500 tonnellate di CO2 al giorno in alcune località. È un valore importante”.

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