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Giulia Tramontano uccisa in sala, sangue anche nell’auto di Impagnatiello

Pubblicato: 23/05/2024 14:17

Sono forti le immagini, raccolte e mostrate in aula, che raccontano la morte di Giulia Tramontano. Così forti che la famiglia della 29enne uccisa la sera del 27 maggio in un appartamento di Senago ha scelto di non essere presente all’udienza che si è svolta al tribunale di Milano questa mattina. C’era, invece, lui: Alessandro Impagnatiello, l’ex barman che ha confessato di aver accoltellato la compagna incinta al settimo mese. Oggi era il giorno delle testimonianze degli esperti di analisi scientifiche e forensi dell’Arma.
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Il Ris: “Copiosa presenza di sangue nell’appartamento”

Il colonnello Cristian Marchetti, responsabile della scientifica del carabinieri di Milano, ha confermato che il pavimento della sala dell’appartamento di Senago durante gli accertamenti con il luminol «si è acceso per parecchi minuti» per via di una copiosa presenza di sangue che nemmeno una accurata pulizia è riuscita a cancellare. Ciò significa che Giulia Tramontano la sera del 27 maggio scorso è stata uccisa lì, nel soggiorno della casa dove viveva con il compagno. Il pavimento della sala si è illuminato «quasi a giorno», mentre gli accertamenti sul divano e sul tappeto hanno dato esito negativo. E questo perché il primo, al momento del brutale assassinio, era stato «a mio avviso probabilmente coperto con un telo mai ritrovato» e il secondo «tolto dal pavimento».

Sangue anche nel bagagliaio

Ma non solo in casa. L’investigatore, anche con l’aiuto di slide, ha ripercorso le tappe dei rilievi fatti sull’auto, nell’abitazione, nel box e nella cantina. Nella macchina di Impagnatiello è stata riscontrata «una fortissima luminescenza nel pianale del baule. È durata più di due minuti», ha affermato. «Solitamente è necessario attendere altri accertamenti di laboratorio per avere una certezza, ma in questo caso la luminescenza era così forte ed estesa da non lasciare dubbi», ha testimoniato.

“Impagnatiello ha pulito tutto”

Il colonello ha inoltre spiegato di aver repertato, dopo il sopralluogo del 6 giugno, con Impagnatiello ormai in carcere, parecchi «flaconi di ammoniaca e candeggina, sacchi di plastica e guanti», materiale, secondo la ricostruzione, usato per ripulire la scena del delitto e per sbarazzarsi del corpo di Giulia. È stato poi sentito un altro investigatore chiamato a deporre sulle tracce di sangue relative al trascinamento del cadavere, che Impagnatiello ha tentato anche di bruciare, sulle scale della palazzina e tra la cantina e il box.
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