
Caos nel governo italiano a sedici giorni dalle elezioni europee: la premier resiste alle pressioni di Matteo Salvini e Antonio Tajani, ma alla fine cede sospeso il controverso Redditometro. La tensione sale con un post matutino sulla piattaforma social della premier: “Con noi mai nessun Grande Fratello fiscale“. Tuttavia, dopo un confronto teso con Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e autore del decreto incriminato, la decisione è di “sospendere il decreto” pur continuando a lottare contro la “grande evasione”.
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Nel corso della giornata, la pressione interna si intensifica. Antonio Tajani esulta dopo che la premier accoglie la sua richiesta di abrogare il decreto originale del 1973, e anche Matteo Salvini si dichiara soddisfatto, definendo l’iniziativa un “orrore”. Un ordine del giorno presentato dal partito Lega chiarisce che il Redditometro “va superato” come “una vecchia visione” e una “intrusione sproporzionata” nella privacy del contribuente.
Nonostante tentativi di difesa dell’attuale sistema con riferimenti a una possibile revisione del Redditometro, la pressione degli alleati di governo e l’assenza di un supporto chiaro all’interno della maggioranza rendono inevitabile la sospensione. Le dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, sottolineano che il Redditometro è stato sempre un “strumento residuale”, utilizzato solo in assenza di altri elementi per ricostruire il reddito di un contribuente.
Il ritiro del decreto rappresenta un ritorno alla situazione del 2018, quando M5S e Lega decisero di congelare il Redditometro in attesa di una commissione che ne definisse parametri e modalità di applicazione, mostrando come la storia si ripeta in politica, spesso al costo della coerenza e del progresso.