
Non ce l’ha fatta Irene Margherito, la 47enne di Brindisi colpita da un proiettile alla testa domenica 26 maggio, al culmine di una lite familiare avvenuta lungo la complanare tra Mesagne e Brindisi. Il cognato, Adamo Sardella, 55 anni, è ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario e porto abusivo di arma da fuoco.
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La dinamica dei fatti
Irene Margherito era stata ricoverata in condizioni gravissime nel reparto di rianimazione dell’ospedale Perrino di Brindisi già domenica pomeriggio. Il proiettile, sparato da una pistola calibro 7,65, l’ha colpita alla testa, lasciando poche speranze ai medici di salvarle la vita. Nonostante gli sforzi del personale medico, alle 15 di lunedì 27 maggio è stata dichiarata la morte encefalica e, dopo sei ore, è stato ufficializzato il decesso.
Dietro la tragedia ci sarebbe l’ennesima lite tra i due nuclei familiari, degenerata di colpo e costata la vita alla 47enne madre di due figli. La figlia di Irene aveva espresso il suo dolore e la sua speranza sui social media domenica, scrivendo: “Mamma svegliati, ti prego.” In un ultimo atto di generosità, la famiglia di Irene Margherito ha deciso di rispettare la sua volontà di donare gli organi. La Asl ha confermato che la donna aveva formalmente espresso in vita il desiderio di donare i suoi organi, e la famiglia ha dato il consenso. L’autorizzazione del pubblico ministero Paola Palumbo, che sta coordinando le indagini, è stata necessaria per procedere con il prelievo degli organi. Gli investigatori del commissariato di Mesagne e della squadra mobile di Brindisi stanno lavorando senza sosta per ricostruire i drammatici eventi di domenica.