
Francesco Putortì è il macellaio calabrese accusato di omicidio e di tentato omicidio dei due ladri sorpresi lunedì mattina all’interno della sua abitazione e accoltellati durante la colluttazione che si è scatenata. Uno dei due malviventi è poi morto per le ferite riportate. L’uomo attualmente si trova rinchiuso nel carcere di Arghillà da lunedì notte. Giovedì pomeriggio ha parlato davanti al Gip durante l’udienza di convalida del fermo disposto nei suoi confronti dalla Procura di Reggio Calabria. Ecco la sua versione dei fatti.
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Secondo quanto si apprende, l’interrogatorio di giovedì è durato circa un’ora e mezza. “Ho avuto paura, mi hanno aggredito, ho preso il coltello e mi sono difeso”, avrebbe detto di fronte al giudice Francesco Putorti. Difeso dagli avvocati Maurizio Condipodero e Giulia Dieni, il macellaio ha risposto a tutte le domande del pm Nunzio De Salvo e del gip Giovanna Sergi.
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La versione del macellaio
I due avvocati di Putortì hanno contestato l’accusa di omicidio, sostenendo che al limite il reato commesso dal loro assistito potrebbe essere quello di “eccesso colposo di legittima difesa”. Proprio con questa motivazione, al termine dell’interrogatorio, i legali hanno chiesto al giudice la revoca della misura cautelare, o almeno la sostituzione dell’arresto in carcere con una misura meno pesante come gli arresti domiciliari o l’obbligo di dimora per consentire all’arrestato di andare a lavorare.

Francesco Putortì è dipendente di un supermercato ed è impiegato nel reparto macelleria. Il gip dovrà decidere entro l’1 giugno se convalidare il suo arresto ed emettere o meno un’ordinanza di custodia cautelare. Intanto, stamattina, i carabinieri del Ris sono andati nell’abitazione di Oliveto per eseguire i rilievi e cercare di ricostruire la dinamica dello scontro il macellaio e i due ladri.