
Filippo Turetta, accusato dell‘omicidio volontario premeditato della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, aveva mostrato comportamenti ossessivi riguardo al loro futuro insieme, come emerge dai messaggi recuperati dagli inquirenti. Un messaggio WhatsApp inviato da Turetta a Cecchettin nel febbraio 2023 esprimeva chiaramente questa ossessione: “Mettiti in testa che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi”. Questo messaggio è ora parte degli atti dell’inchiesta. Secondo le indagini dei carabinieri, Turetta non aveva accettato la fine della relazione e, stando alle testimonianze di amici e familiari di Giulia, si comportava come se fosse certo di poterla riconquistare. La sua ostinazione e incapacità di accettare la separazione hanno portato a tragiche conseguenze, culminando nel reato di cui è ora accusato. Come risulta dagli atti dell’indagine, dal gennaio 2022 al giorno del femminicidio, Turetta inviò a Cecchettin 225.720 messaggi (una media di oltre 300 al giorno) con un incremento a ridosso del delitto.
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Giulia, studentessa di Ingegneria, avrebbe dovuto discutere la sua tesi pochi giorni dopo la sua scomparsa lo scorso novembre. Filippo invece, coetaneo e compagno di università, non aveva ancora completato il proprio percorso di studi. Il messaggio ossessivo di Turetta, in cui dichiarava “o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi”, fa parte degli atti dell’inchiesta a suo carico per l’omicidio volontario premeditato di Giulia. È recente la notizia che Turetta ha rinunciato all’udienza preliminare davanti al giudice per l’udienza preliminare (gup), prevista per il 16 e 18 luglio prossimi. Questa decisione significa che il giovane andrà direttamente a processo senza richiedere una perizia psichiatrica. Turetta così non eviterà necessariamente l’ergastolo. L’unico vantaggio di questa decisione è la possibilità di ridurre i tempi per ottenere una sentenza.