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Fine vita, la Corte Costituzionale apre sul suicidio assistito

Pubblicato: 18/07/2024 10:25
fine vita Corte Costituzionale


Nuovo capitolo del divisivo tema del fine vita e del suicidio assistito. La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza “interpretativa di rigetto”, firmata dal costituzionalista Franco Modugno e dal penalista Francesco Viganò, nel senso che precisa l’ampiezza della stessa decisione della Corte sui “trattamenti vitali di sostegno”.
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La Corte interpreta così le famose quattro condizioni fissate nel 2019 che hanno reso possibile il suicidio assistito. La terza stabiliva che a rivendicare questo diritto poteva essere chi è “tenuto in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale”. Ed era capace, recitava la quarta, “di prendere decisioni libere e consapevoli”.
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La decisione della Corte Costituzionale

Ora la Consulta decide di allargare il riferimento ai “trattamenti di sostegno vitale”, affidando al giudice il potere di stabilire il margine di sofferenza per quel “trattamento di sostegno vitale”, al punto da aprire la porta alla possibilità di mettere fine alla vita con un “io lo voglio”. “Si dice spesso che le decisioni della Corte possono cambiare la vita delle persone. Forse questo non è mai stato così vero come rispetto a quelle che riguardano il momento drammatico in cui la vita si conclude”, afferma Viganò.
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Nel 2018 la Corte Costituzionale aveva concesso un anno alle Camere per cambiare le regole sul fine vita. Ma non è cambiato nulla. E così la Consulta ha le quattro condizioni per l’aiuto al suicidio. E adesso affida ai giudici la possibilità di stabilire i margini di un “trattamento di sostegno vitale”. Valutando caso per caso, sarà una toga a decidere.

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Ultimo Aggiornamento: 18/07/2024 13:36