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Alex Marangon, parla la madre: “L’hanno ammazzato per un sacrificio sciamanico”

Pubblicato: 28/07/2024 11:04

“Ce l’hanno ammazzato. Ma noi l’abbiamo promesso: non ci fermeremo finché non avremo giustizia”. Sabrina Bosser, mamma di Alex Marangon, non ha intenzione di arrendersi. Il giovane di Marcon (Venezia) è scomparso la notte del 30 giugno scorso a Vidor (Treviso). Si trovava lì per un raduno sciamanico. Due giorni dopo è stato trovato senza vita sul greto del fiume Piave, qualche chilometro più a valle.
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È passato un mese dalla sua morte, ma la verità sembra ancora lontana. La procura indaga per omicidio, ma le ipotesi sono ancora tutte sul tavolo: malore, suicidio, omicidio. Sabrina Bosser è determinata a scoprire la verità. «Adesso lo scopo che avremo nella nostra vita è scoprire la verità. Ci resta solo questo. Non c’è un indagato. Non è stato sequestrato praticamente niente. I curanderos sono stati intervistati dai giornalisti, prima che dagli investigatori», spiega al quotidiano La Stampa.
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“Non si è suicidato: è stato ammazzato”

La mamma di Alex esclude categoricamente la pista del suicidio. «Alex era pieno di progetti, a partire da un viaggio in Europa con Juliet, una sua amica neozelandese. Nel diario, in cui annotava i suoi pensieri, il 29 giugno scriveva: “Mamma, papà, Giada e Juliet mi aspettano”. Le sembra la frase di uno che si vuole suicidare?».

Bosser crede fermamente nell’omicidio. «Noi pensiamo che Alex abbia subito oppure abbia assistito a una violenza. E si sia rifiutato di partecipare, si sia ribellato. E qualcun altro ha reagito, ammazzandolo di botte, magari per paura che parlasse».

La pista del sacrificio sciamanico

Alex aveva già partecipato a raduni sciamanici, ma questo era diverso. «Quest’ultimo, però, era “speciale” – spiega Bosser – pubblicizzato solo su Telegram e con una quota di partecipazione di 230 euro per un giorno e 400 per due. Giustificavano così la “purga” che avrebbero preso: così la chiamano loro». Bosser teme che Alex sia stato vittima di un sacrificio sciamanico. «Abbiamo anche scoperto che esistono dei riti sciamanici che avvengono proprio il 30 giugno e il 30 dicembre, con il loro apice alle 3 di notte: un sacrificio. Alex è stato ucciso alle 3 di notte del 30 giugno».

La famiglia di Marangon assume un’esperta in tossicologia

Per far luce sulle sostanze psicotrope che Alex potrebbe aver assunto, la famiglia ha deciso di affiancare al suo consulente medico legale Antonello Cirnelli una luminare nel campo delle analisi: la professoressa dell’università di Padova Donata Favretto. La dottoressa Favretto è autrice di oltre 150 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali e attuale responsabile del laboratorio di Tossicologia forense di Padova. «La dottoressa che abbiamo nominato ci ha spiegato che il laboratorio di Trieste, incaricato, non è in grado di indagare su determinate sostanze: l’ayahuasca, il kambo. Eppure la procura si ostina a proseguire su questa strada». Sabrina Bosser e la sua famiglia continuano a cercare la verità. Non si fermeranno finché non avranno giustizia per Alex.

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