Gli analisti hanno lanciato l’allarme, e sono concordi nell’affermare che i violenti ribassi che si stanno verificando in Borsa in questi giorni potrebbero essere il segnale di una “tempesta perfetta“. Secondo gli esperti, infatti, la bolla dei mercati starebbe per esplodere. Una situazione che nasce dalla consapevolezza che “sono andate in frantumi due illusioni. La prima è quella secondo cui il Big Tech avrebbe proseguito il suo rally senza correzioni. La seconda è caduta rovinosamente dopo i numeri del mercato del lavoro Usa di venerdì”. Sono gli analisti di Mps nel Daily Market Strategy ha lanciare l’allarme più urgente. “Il movimento di risk-off sta accelerando dopo la pessima chiusura di Venerdì”, scrivono infatti in una nota. “Il quadro somiglia a una tempesta perfetta, creata dai dati macro deludenti, da investitori troppo esposti al rischio e dai timori di imminenti sviluppi drammatici in Medio Oriente”. Gli analisti ritengono cruciali le prossime notizie sull’economia americana, dopo che l’ultimo report ha segnalato un inatteso aumento della disoccupazione al 4,3% in Luglio. Secondo Christopher Preece, un esperto di strategia e investimenti di Pitcet Asset Management, “il nuovo assetto mondiale che si sta delineando è influenzato sia dai cambiamenti geopolitici in atto, sia dalla maturazione delle economie dei Paesi emergenti che potrebbe favorire questi ultimi”.
Peerce sottolinea i rischi dell’eccessivo indebitamento degli Stati (in particolare l’indebitamento estero, con particolare riferimento agli Stati Uniti che sono estremamente sbilanciati in questo senso) e preconizza una possibile caduta del valore del dollaro. Ma il problema non si limita a questo. A Wall Street c’è un indice che viene definito “misuratore di paura”: il Vix, che misura la volatilità attesa valutando i prezzi pagati dagli operatori per proteggersi da eccessivi sbalzi del mercato. Oggi quell’indice è salito ai livelli massimi dalla crisi bancaria regionale americana dell’anno scorso. E i dati che arrivano dai singoli settori e dalle aziende sono ancora più preoccupanti. L’indice dei semiconduttori di Philadelphia (che valuta le aziende che si occupano di chip a livello globale) è sceso di più del 20% in poche settimane. Il valore di Intel, colosso della produzione dei chip, ha perso più del 25% il 2 di Agosto. Anche l’indice dei titoli bancari americani Kbw è sceso dell’8% in pochi giorni, mentre l’indice delle Banche giapponesi è crollato. Anche se si assiste a una classica corsa verso i beni rifugio (oro, yen giapponese, treasury Usa), sorprende che proprio il 2 Agosto anche il prezzo dell’oro sia sceso del 2%. E l’oro rappresenta il bene rifugio utilizzato contro il caos.
Fra le aziende più penalizzate dal combo fra discesa del valore azionario e risultati economici sotto le aspettative c’è anche Amazon, che ha subito uno dei ribassi più consistenti. In generale, a essere in crisi è poi tutto il settore legato allo sviluppo delle AI, sulle quali secondo gli analisti erano state “riversate aspettative irreali“. Gli investitori hanno puntato troppo presto e con l’immissione di troppe risorse nel settore, sperando di anticipare il trend. E questo ha creato la bolla speculativa. Questa dinamica, che riguarda tutto il settore tecnologico, ha frenato l’economia americana. E la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro Usa ha cancellato il precedente ottimismo, che nonostante tutto resisteva, per innescare un clima di paura e di preoccupazione. I trader avevano scommesso sul taglio dei tassi di mezzo punto, ma il Presidente della Fed Jerome Powell ha smentito – almeno per ora – questa eventualità. In sintesi, dopo il “venerdì nero” è il calo dei prezzi dell’Oro e dei Treasury americani a inquietare maggiormente tutti gli analisti. Secondo i quali il prossimo futuro potrebbe essere influenzato dall'”umore collettivo” degli investitori. E non è una buona notizia, visto il pessimismo dilagante.