In India, cresce la preoccupazione per un’epidemia causata dal virus Chandipura, un arbovirus appartenente al genere Vesiculovirus e alla famiglia Rhabdoviridae. Il virus, scoperto nel 1965 nel villaggio di Chandipura, provoca febbre e può portare a encefalite acuta, con esiti spesso gravi. Al 31 luglio, i casi confermati sono 53 e i decessi 19, principalmente nei due Stati del Gujarat e del Rajasthan.
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Il ministro della Salute J. P. Nadda ha riferito in una risposta alla Camera Alta del Parlamento che è stata istituita una Task force per supportare le autorità locali nella gestione dell’epidemia e per indagare l’origine dei focolai. Le misure includono il potenziamento delle attività di disinfestazione e campagne informative rivolte alla popolazione.
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Il virus Chandipura viene trasmesso principalmente da insetti come zanzare, zecche e pappataci. Sebbene non sia contagioso da persona a persona, è particolarmente pericoloso per i bambini, che risultano essere più vulnerabili. Non esistono né vaccini né trattamenti antivirali specifici per il virus. Le cure si concentrano sulla gestione dei sintomi, come febbre e crisi convulsive, attraverso antipiretici e anticonvulsivanti.
Le misure preventive mirano a controllare la popolazione soprattutto dei pappataci, e a ridurre al minimo l’esposizione: i consigli principali sono di indossare abiti a maniche lunghe per ridurre al minimo le punture di zanzara, di usare le zanzariere di notte, e di utilizzare repellenti per insetti, oltre che mantenere l’ambiente pulito.