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Virus Oropouche, quattro casi in Italia: che cos’è, quali sono i sintomi della “febbre del bradipo”

Pubblicato: 13/08/2024 22:14

La malattia causata dal virus Oropouche presenta sintomi simili a quelli della dengue, come mal di testa, dolori muscolari, nausea ed eruzioni cutanee. Tuttavia, in alcuni casi può provocare complicazioni più gravi, come meningite ed encefalite. In un editoriale pubblicato su The Lancet, esperti di malattie infettive hanno evidenziato la diffusione crescente di questa infezione, nota anche come “febbre del bradipo”, poiché uno dei principali serbatoi del virus sono i bradipi dalla gola pallida (Bradypus tridactylus). Altri serbatoi includono primati non umani e uccelli, mentre la trasmissione avviene principalmente attraverso vettori come i moscerini Culicoides paraensis e le zanzare Aedes spp., tra cui la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti) e la zanzara domestica del sud (Culex quinquefasciatus).
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Il moscerino C. paraensis è presente solo in Sud e Centro America, mentre le zanzare A. aegypti e C. quinquefasciatus non sono state segnalate in Italia. Tuttavia, casi di febbre Oropouche sono stati registrati in viaggiatori di ritorno da Cuba, dove il virus è stato rilevato per la prima volta nel maggio 2024, così come in Spagna. La situazione è particolarmente preoccupante in Sud America, soprattutto in paesi come Bolivia, Brasile, Colombia e Perù, dove i casi confermati hanno raggiunto quota 8.078 al 1° agosto.

Moscerini usati come vettori

Il virus Oropouche, appartenente alla famiglia Peribunyaviridae, è un arbovirus trasmesso agli esseri umani attraverso le punture di vettori come i moscerini C. paraensis e le zanzare Aedes spp. e Culex quinquefasciatus. Nonostante il virus fosse stato rilevato per la prima volta nel 1955 a Trinidad e Tobago, finora aveva avuto una circolazione limitata a specifiche aree del Sud America, principalmente vicine alle foreste amazzoniche. Tuttavia, l’attuale epidemia ha colpito anche regioni urbane dove il virus non era mai stato segnalato prima, provocando la morte di due giovani donne in Brasile.

“Perché il virus di Oropouche è emerso all’improvviso in aree in cui non era mai stato segnalato?” si chiedono gli esperti, attribuendo la diffusione a fattori come il cambiamento climatico, la mobilità umana e animale, la deforestazione e l’uso del suolo. Un altro elemento che potrebbe facilitare la diffusione del virus è il suo patrimonio genetico: essendo un virus a RNA, le mutazioni derivanti dal riassortimento dei segmenti genetici potrebbero influire sulla capacità del virus di infettare, diffondersi, e sviluppare resistenza ai farmaci.

I sintomi della febbre di Oropouche sono generalmente lievi e si risolvono in una settimana, ma in alcuni casi possono ripresentarsi con minore intensità. Tuttavia, nei casi più gravi, l’infezione può causare meningite ed encefalite. Attualmente, non esistono vaccini o terapie specifiche contro questa malattia. La prevenzione si basa principalmente sull’evitare le punture di insetti vettori, utilizzando repellenti e indossando indumenti protettivi. Tuttavia, “non tutti i repellenti potrebbero essere ottimali per rallentare la diffusione del virus – precisano gli esperti – . I moscerini potrebbero infatti essere meno suscettibili ai repellenti per insetti comunemente usati. Tuttavia, è stato dimostrato che insetticidi chimici come deltametrina e N,N-dietil-meta-toluamide sono efficaci nel controllo delle specie Culicoides e Culex”.

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