Morire a 50 anni, dopo 4 mesi di agonia, per una malattia misteriosa che i medici nonostante tutti gli sforzi non sono riusciti a decifrare. Il dramma di Thomas Salvi, deceduto all’ospedale di Pesaro nonostante un intervento alla milza, le continue trasfusioni di sangue a cui è stato sottoposto e le cure incessanti dei sanitari, è ancora un mistero senza risposta. Secondo quanto riportato dal Corriere Adriatico, fra le ipotesi più probabili per spiegare la tragedia ci sarebbero quelle di un batterio contratto per il morso di un animale o per la puntura di un insetto-killer, oppure un’intossicazione che avrebbe scatenato una reazione simile a quella che si verifica in caso di leucemia fulminante. Ma queste, per ora, sono ipotesi che potranno assumere maggiore concretezza solo dopo che sul corpo del 50enne verrà effettuata l’autopsia. Sino a che i medici non avranno a disposizione i risultati dell’esame autoptico, la misteriosa malattia che lo ha colpito rimarrà senza nome e senza una causa certa.
Thomas Salvi era sposato e aveva un figlio di 20 anni. In un’intervista al Resto del Carlino, la moglie della vittima ha raccontato che all’inizio l’uomo sembrava soffrire solo di una banale forma di influenza. Che però, anziché migliorare, si andava aggravando. “Thomas”, ha raccontato la donna, “ha iniziato a sudare tantissimo durante la notte, mentre dal mattino alla sera aveva febbre e tosse“. Curato con una terapia a base di antibiotici, all’inizio Salvi era sembrato migliorare. Ma era solo un’illusione. “E’ stato ricoverato agli infettivi”, ha spiegato la moglie, “poi in Chirurgia dove ha preso una polmonite poi superata, e ancora in Ematologia anche se era apparso subito chiaro dagli esami del sangue che non erano emerse malattie di alcun tipo. Gli è stata asportata la milza perché sembrava che il suo rigonfiamento fosse la causa di tutto, ma in realtà subito dopo le condizioni sono peggiorate. L’infezione che aveva investito il corpo”, ha concluso la vedova, “non è stata fermata perché i medici, malgrado lo sforzo collettivo di tutti, non sono riusciti a isolare la causa“.