Un gesto di coraggio finito in tragedia. Giacomo Gobbato, 26 anni, ha perso la vita venerdì sera, dopo essere intervenuto insieme all’amico Sebastiano Bergamaschi per aiutare una donna che stava subendo una rapina. I due giovani, attivisti del centro sociale Rivolta di Marghera, si trovavano in Corso del Popolo a Mestre quando hanno sentito le grida della vittima. Non si sono tirati indietro, ma l’aggressore, un uomo di origini moldave, ha reagito con estrema violenza, accoltellando entrambi.
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Il tragico epilogo
Mentre Bergamaschi, ferito lievemente, è stato dimesso in mattinata, per Giacomo le condizioni sono apparse subito critiche. Trasportato d’urgenza all’ospedale dell’Angelo, è deceduto poco dopo la mezzanotte a causa di un colpo all’addome. L’aggressore, che aveva tentato di rapinare un’altra donna poco distante, è stato arrestato dalle forze dell’ordine.
Chi era Giacomo Gobbato
Giacomo, un giovane attivista, tatuatore e musicista, lavorava presso lo studio Electric Tiger House di Vicenza. Impegnato nella lotta per un mondo più giusto, sarebbe dovuto salire sul palco con la sua band, i Flour Sound, al festival reggae Veneto Blaze, cancellato dopo la notizia della sua morte. Gli amici lo ricordano come una persona generosa, impegnata a combattere le ingiustizie.
Il contesto della violenza
L’omicidio ha acceso nuovamente il dibattito sulla sicurezza in una zona critica di Mestre, compresa tra via Piave e Corso del Popolo, frequentemente associata a episodi di criminalità legati allo spaccio e al degrado sociale. A poche ore dal delitto, il prefetto Darco Pellos ha convocato un incontro urgente con le forze dell’ordine e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha espresso il proprio cordoglio e solidarietà ai familiari della vittima.
Richieste di lutto cittadino
Il dolore della comunità si è riversato in appelli pubblici. La veneziana Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ha chiesto che il sindaco proclami il lutto cittadino in segno di gratitudine per il gesto eroico di Giacomo. Anche il segretario regionale del PD, Andrea Martella, ha commentato l’evento come una tragedia che svela l’inefficacia delle sole parole sulla sicurezza, evidenziando la complessità di una situazione che va oltre la retorica politica.
Mestre si trova ora a fare i conti con un nuovo episodio di violenza, mentre la comunità si stringe attorno alla famiglia di Giacomo. Un presidio è previsto nel pomeriggio, proprio nel luogo dove il giovane ha perso la vita.