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I neonati sepolti in giardino sono nati vivi: avranno nomi e funerali

Pubblicato: 23/09/2024 10:47

Sono nati vivi e, per questo, avranno un nome. A Traversetolo, piccola località in provincia di Parma, la tragedia dei due neonati, trovati morti e sepolti nel giardino della villa dei Petrolini, ha scosso profondamente l’intera comunità. I due bambini, nati vivi ma sopravvissuti solo per pochi minuti o secondi, dovranno essere registrati all’anagrafe e avere un nome, un passaggio obbligato per una dignitosa sepoltura. In questa storia tragica, la procedura legale assume una dimensione ancora più dolorosa. La registrazione all’anagrafe dei due neonati non è solo un passaggio burocratico, ma un riconoscimento formale della loro esistenza, seppur breve. È un momento che ricorda a tutti che, nonostante il dramma, si parla di due vite che meritano rispetto e memoria.
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La Procura di Parma, guidata dal magistrato Alfonso D’Avino, ha già avviato l’iter per la registrazione di nascita e morte, un passo essenziale prima di poter organizzare i funerali. Il fascicolo sarà trasmesso al Comune di Traversetolo, da cui partirà la procedura legale.
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Chi sceglierà i nomi?

Una delle domande più delicate è: chi sceglierà i nomi per questi due bambini? La madre, Chiara, attualmente agli arresti domiciliari, sembra essere in una condizione psicologica complessa, mentre il padre mantiene il silenzio. Anche i nonni, le famiglie di entrambi, potrebbero essere coinvolti nella decisione, ma se non ci sarà un accordo, la responsabilità di questa scelta ricadrà sulla Procura di Parma.

Oltre alla registrazione, rimane aperta la questione dei funerali. Il sindaco di Traversetolo, Simone Dall’Orto, ha offerto il suo aiuto e la disponibilità a gestire la situazione, ma l’ultima parola spetterà ai familiari, in particolare ai quattro nonni e all’ex fidanzato di Chiara. Non è escluso che si possa optare per una sepoltura semplice, senza cerimonie, ma anche questo sarà un nodo da sciogliere nei prossimi giorni.

L’interrogatorio della madre

Giovedì, la ventunenne Chiara, che lavorava come babysitter, affronterà l’interrogatorio di garanzia. Difesa dall’avvocato Nicola Tria, la giovane potrebbe decidere di non rispondere alle domande, avvalendosi della facoltà di non rispondere. La sua vicenda personale e il suo ruolo in questa tragedia restano ancora al centro delle indagini.

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Ultimo Aggiornamento: 23/09/2024 14:46