Puff Daddy è rinchiuso in uno dei carceri più duri e temuti degli Stati Uniti d’America a Brooklyn, guardato a vista per il rischio di suicidio. Il rapper e produttore discografico sarà presto processato per reati gravissimi come tratta di esseri umani, abusi sessuali, favoreggiamento della prostituzione, violenza. Ma, secondo gli addetti ai lavori, non sarà il solo vip a finire nei guai per colpa dei cosiddetti “white parties” che organizzava nelle sue ville.
Leggi anche: Scandalo P. Diddy: il ruolo di Jennifer Lopez ai suoi “White Party”
Leggi anche: Puff Daddy, il rapper arrestato per violenza sessuale: denunciato da 9 donne
Accuse gravissime contro Puff Daddy
Secondo il New York Times, quello con protagonista Puff Daddy potrebbe essere un nuovo caso MeToo, che si abbatterà sullo star system e i suoi vizi inconfessabili. Gli inquirenti hanno già requisito un numero incredibile di filmati, file audio, a cui aggiungere testimonianze su un mondo fatto di prostituzione, violenza, abusi. Ora tremano i divi di Hollywood, ma anche di Los Angeles e New York.
Oltre alle accuse gravissime già formulate, Puff Daddy e i suoi numerosi amici avrebbero però commesso anche reati peggiori. Insomma, sembra la ripetizione dei casi Jeffrey Epstein e Harvey Weinstein. Moltissimi i nomi di celebrità che stanno uscendo fuori in questi ultimi giorni: cantanti come la sua ex Jennifer Lopez e Justin Bieber, attori come Leonardo Di Caprio, star dell’NBA, celebrità che sono state al fianco del rapper per anni. Possibile che non fossero a conoscenza di quello che accadeva davanti ai loro occhi?
Durante i ‘white parties’, infatti, le sex worker erano costrette a subire di tutto, come ad esempio ingerire droghe, farmaci e farsi flebo. Ora tutti fanno a gara per prendere le distanze dal “mostro” del quale emerge il ritratto di un individuo fortemente disturbato, violento, sessualmente malato, manipolatore e sadico.“Puff Daddy ha fatto cose a Cassie Ventura ed altre che non potete immaginare, ma è sempre successo così nella industry, mica se l’è inventato lui”, afferma Suge Knight.
“Puff Daddy mandante dell’omicidio di Tupac Shakur”
Ma i guai non finiscono qui per Puff Daddy, accusato anche di essere il mandante dell’omicidio di Tupac Shakur. “Fu P Diddy a pagare il killer che uccise Tupac Shakur”, ha rivelato infatti un ex poliziotto di Los Angeles in un documentario uscito a quasi 20 anni dalla morte del rapper. Nel documentario è presente il racconto del gangster Duane Keith ‘Keffe D’ Davis: “P Diddy avrebbe fatto qualsiasi cosa per uccidere Tupac e il suo manager Marion Hugh “Suge” Knight”. L’uomo ha anche ammesso di essere stato pagato un milione di dollari per uccidere il rapper. In pratica, la sera del 7 settembre 1996 a sparare sarebbe stato effettivamente suo nipote, Orlando “Baby Lane” Anderson.