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Mentana contro Instagram dopo la rimozione del post su Liliana Segre: “Vergognati”

Pubblicato: 30/09/2024 11:14
Mentana Instagram Liliana Segre

Sabato scorso, durante una manifestazione in favore della Palestina a Milano, Liliana Segre è stata fatta oggetto di un durissimo attacco, insieme ad altri personaggi noti. Ad avere il dente particolarmente avvelenato con la senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, è chef Rubio che la accusa di essere un “agente sionista”. A difendere la Segre ci pensa Enrico Mentana. Ma il post pubblicato su Instagram dal direttore del tg di La7 viene però censurato dalla piattaforma. E la rabbia del giornalista esplode.
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“Gli insulti a Liliana Segre sono il grado zero dell’abiezione morale. – scrive Enrico Mentana nel post poi censurato da Instagram – Sono un impasto di ignoranza, cattiveria e razzismo. Non tanto diverso da quello che portò 80 anni fa tanti zelanti italiani a aiutare i nazisti a individuare i cittadini ebrei, già schedati ignobilmente in tempo di pace del governo fascista, per inviarli ai campi di sterminio. A 13 anni Liliana finì sul treno piombato col padre, che salutò per l’ultima volta sulla rampa di Auschwitz”.

La furia di Mentana contro Instagram

Oggi la si vuol bollare da ‘agente sionista’ perché non si piega al diktat di chiamare ‘genocidio’ una feroce condotta di guerra, per il solo gusto di affibbiare a chi la Shoah la subì la stessa accusa di sterminio sistematico. Ma allora sono tutti agenti sionisti quelli che rifiutano la velenosa equivalenza, da Mattarella al Papa, da Meloni a Conte, da Salvini a Schlein? E magari pretendete siano nel giusto quelli che manifesteranno sabato per l’anniversario del 7 ottobre ‘data della rivoluzione’. No, è la data del primo orrendo massacro di questa guerra. Inneggiate a un pogrom, vergognatevi”, conclude durissimo Mentana.

Poco dopo però Instagram rimuove il post. E allora a Mentana saltano definitivamente i nervi: “Caro Instagram, VERGOGNATI anche tu. Guarda cosa mi hai rimosso. Un post in difesa della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta a Auschwitz e vilipesa ai nostri giorni dai pasdaran pro Hamas. Il sonno della ragione genera algoritmi”.

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