Vai al contenuto

Liliana Segre insultata, chiusa l’inchiesta: “Archiviate Rubio, difendeva solo la causa palestinese”

Pubblicato: 24/01/2025 08:46
Segre Rubio chiusa inchiesta

La Procura di Milano ha notificato la chiusura delle indagini nei confronti di 12 persone accusate di minacce e diffamazione aggravate dall’odio razziale ai danni di Liliana Segre. I pm sono ora pronti a richiedere il rinvio a giudizio per i responsabili. Tra i 29 inizialmente coinvolti nell’indagine, per 17 persone, tra cui chef Rubio (Gabriele Rubini), è stata invece richiesta l’archiviazione. Secondo la Procura, i post pubblicati dagli indagati non contengono elementi diffamatori ma rappresentano solo critiche di natura politica. I contenuti di Rubio, pur caratterizzati da toni aspri, rientrerebbero in un legittimo dibattito pubblico.
Leggi anche: La verità su Hamas: cos’è l’organizzazione che combatte Israele e chi c’è dietro

Nuove offese durante la proiezione del documentario

In concomitanza con la proiezione del documentario Liliana, sui social sono comparsi nuovi messaggi offensivi e minacce contro la senatrice a vita. Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah di Milano, ha riferito che Segre, «così provata», ha rinunciato a partecipare a un evento al Memoriale organizzato per il Giorno della memoria.

Le condizioni della senatrice

Il figlio della Segre, Luciano Belli Paci, ha sottolineato che sua madre, a 94 anni, aveva già deciso di ridurre gli impegni pubblici: «Sicuramente è amareggiata, ma non si fa intimidire». Segre parteciperà solo alla celebrazione ufficiale al Quirinale il 28 gennaio.

L’indagine

L’inchiesta, coordinata dai pm Nicola Rossato e Marcello Viola, analizza i contenuti diffamatori e il contesto di odio razziale. Un fascicolo parallelo è stato affidato al pm Alessandro Gobbis. La Procura ha precisato che alcune dichiarazioni, pur riconducibili a critiche aspre, rientrano nella libertà di espressione e nel diritto di critica politica: “I suoi post sono espressione delle proprie personali opinioni che portava avanti con molteplici manifestazioni a favore della causa palestinese e in forte dissenso rispetto alle politiche del governo israeliano”.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure