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Un anno dal 7 ottobre: razzi su tel Aviv durante la cerimonia di commemorazione

Pubblicato: 07/10/2024 07:25

A un anno dal tragico attacco del 7 ottobre 2023, Israele continua a fare i conti con le conseguenze della strage dei miliziani di Hamas. L’attacco, che ha causato oltre 1.200 vittime e il rapimento di 251 persone, ha segnato profondamente il paese. Mentre l’operazione militare israeliana per liberare gli ostaggi prosegue, la situazione rimane tesa, e le famiglie delle persone ancora prigioniere accusano il governo di averli dimenticati. Attualmente, 37 ostaggi sono morti, 117 sono stati liberati, mentre 97 risultano ancora dispersi. Non solo: durante la cerimonia di commemorazione per ricordare vittime di ieri e oggi e ostaggi liberati e non, Hamas ha lanciato due razzi su Tel Aviv, rivendicando l’atto poco dopo.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è al centro di una crescente critica interna. Nonostante la risposta militare immediata e feroce di Israele, volta a colpire Hamas nella Striscia di Gaza e a liberare gli ostaggi, molti ritengono che il governo non abbia fatto abbastanza per garantire il ritorno in sicurezza di tutte le persone sequestrate. Gli scambi di prigionieri e le operazioni speciali hanno permesso di salvare diverse vite, ma la situazione rimane complessa e delicata, con il numero di vittime in aumento, specialmente tra i civili palestinesi a Gaza.

L’operazione militare, che ha visto l’intervento di forze speciali e l’intelligence israeliana, ha prodotto alcuni successi significativi. Ad esempio, la liberazione della soldatessa Ori Magdish e quella di quattro giovani rapiti durante il Supernova Festival. Tuttavia, queste operazioni non sono prive di costi: la resistenza incontrata da Hamas ha reso molti di questi salvataggi estremamente sanguinosi, sia per le perdite israeliane che per il numero elevato di vittime palestinesi.

A fronte di questi sviluppi, le tensioni politiche all’interno di Israele sono aumentate. Le proteste contro Netanyahu e la sua gestione del conflitto hanno paralizzato il Paese, con migliaia di manifestanti che chiedono maggiore responsabilità. Il premier ha cercato di placare le critiche con scuse pubbliche, ma il dolore e la rabbia delle famiglie degli ostaggi rimangono forti, soprattutto di fronte alle nuove minacce di Hamas, che ha annunciato che qualsiasi tentativo di liberazione militare sarà punito con l’esecuzione immediata degli ostaggi.

Meloni sul 7 ottobre: “Diritto di Israele a difendersi ma nel rispetto del diritto internazionale”

Nella cerimonia al tempio maggiore in commemorazione dell’attacco di un anno fa, Giorgia Meloni ha rilasciato una lunga dichiarazione: “Il 7 ottobre 2023 il popolo israeliano ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia. Non dimentichiamo la disumana aggressione perpetrata un anno fa da Hamas. Abbiamo sempre negli occhi il massacro di migliaia di civili inermi, donne e bambini compresi, e il vilipendio dei loro corpi, mostrati al mondo senza alcuna pietà. Il nostro pensiero è rivolto costantemente agli ostaggi, strappati alle loro famiglie e ai loro cari, e che ancora oggi attendono di tornare a casa. Confermiamo – sottolinea Meloni – il nostro sostegno a tutti gli sforzi di mediazione portati avanti, e il nostro impegno per lavorare ad una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due stati (…) ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non possiamo, infatti, restare insensibili davanti all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza”.

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Ultimo Aggiornamento: 07/10/2024 13:46

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