
Il 10 ottobre è arrivata la condanna di primo grado per violenza sessuale, mentre il 12 si è disputata una partita contro la Giana Erminio a Gorgonzola. Sabato scorso, Michael Liguori, giocatore del Padova recentemente riconosciuto colpevole dal Tribunale di Teramo (con una pena di 3 anni e 4 mesi per violenza aggravata ai danni di una ragazza di 14 anni), ha preso parte alla partita, scatenando polemiche. Nonostante la condanna, l’attaccante di 25 anni è stato regolarmente convocato per l’incontro di Serie C, in cui il club veneto ha vinto 1-0, mantenendosi in testa al girone A.
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Il mister Matteo Andreoletti lo ha schierato nel secondo tempo, ma senza risultati soddisfacenti: “Non ho riconosciuto il solito Michael,” ha dichiarato l’allenatore. “Situazioni del genere sono davvero sgradevoli — ha aggiunto — ed è naturale che lui si senta in un certo modo. È un ragazzo molto appassionato di calcio, ha cercato di concentrarsi sul gioco anche prima della partita. Merita di avere un’opportunità. Michael è stato l’attaccante meno ‘pulito’ che avevo per questo match. Sarebbe stato bello se avesse segnato, avrebbe potuto offrirgli un po’ di tranquillità”.
Mentre Liguori gode della protezione del suo club e della calma dei tifosi, incontra però l’opposizione del mondo politico. Chiara Gallani, consigliera del comune di Coalizione Civica, ha commentato: “In una situazione così grave, anche se in primo grado, la società avrebbe potuto mandare un messaggio diverso, mostrando più sensibilità sia nei confronti della presunta vittima che rispetto al contesto culturale che si cerca faticosamente di costruire, dove la violenza di genere e i femminicidi devono ricevere attenzione.” Ha criticato, dunque, il Calcio Padova per il suo atteggiamento troppo permissivo nei confronti del calciatore. “A quanto sembra, dalla comunicazione della società si avrebbe l’impressione che nulla sia accaduto. Ripeto, una condanna così seria non può essere sottovalutata. Occorreva maggiore prudenza. Mi chiedo anche come possa sentirsi la ragazza che avrebbe subito abuso, che ora rischia di percepirsi vittima una seconda volta”, ha proseguito la consigliera.
Da parte sua, il Padova ha fatto sapere che non intende sanzionare Liguori. Prima di esprimere un parere sulla questione, il club ha dichiarato di voler attendere una sentenza definitiva: “Il presidente Francesco Peghin e l’amministratore delegato Alessandra Bianchi hanno spiegato che la società non farà alcuna valutazione fino a quando la giustizia non avrà emesso una sentenza definitiva.” Ma quali sono le ragioni della condanna di primo grado di Liguori? Gli episodi risalgono al 5 luglio 2018, quando lui e un suo amico, Andrea Perozzi (anch’egli condannato), avrebbero abusato di due ragazze di 14 e 16 anni. Secondo il Gazzettino, Liguori ha difeso la propria posizione affermando che “era lei a volerlo, non riesco a spiegarmi perché sia stato denunciato. Non ho mangiato per una settimana e sono stato male.”
Non è il primo caso di una squadra italiana che continua a schierare un calciatore nonostante una prima condanna per stupro. È sufficiente ricordare Manolo Portanova, che nel dicembre 2022 è stato condannato a sei anni di carcere per violenza sessuale, ma dopo la sua esperienza al Genoa ha continuato a giocare regolarmente con la Reggiana.