La rabbia di un padre, Paramjit Kumar, continua a crescere senza trovare pace. “Mia figlia non è scivolata, è stata investita dall’autobus. Perché l’autista non si è fermato? Aveva bussato alla porta del conducente, come può non averla vista?” Queste sono le parole cariche di dolore del padre di Simran Kumar, la studentessa di 14 anni di origini indiane, che il 10 ottobre è stata tragicamente investita e uccisa da un autobus nel parcheggio dell’istituto ‘Raineri Marcora’ in via Mattei, Piacenza, dove frequentava la scuola.
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Paramjit Kumar ha deciso di affidarsi a Studio3A-Valore Spa, una società specializzata nella tutela dei diritti dei cittadini e nel risarcimento danni, per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto. Il padre, con il cuore colmo di dolore, sottolinea che l’autobus è partito due minuti prima dell’orario previsto, esattamente alle 14.33 anziché alle 14.35, e che sua figlia non era affatto in ritardo. Secondo quanto riportato dagli amici di Simran presenti sulla scena, la ragazza non è scivolata, come inizialmente ipotizzato.
Il racconto del padre prosegue: “Il mezzo si era appena mosso quando Simran è corsa verso la porta anteriore dell’autobus e ha bussato tre o quattro volte. Non capiamo perché il conducente non si sia fermato, aveva mia figlia davanti agli occhi, non può non averla vista.” Le domande di Paramjit Kumar restano senza risposta, mentre il dolore per la perdita della figlia è insopportabile.
Il conducente dell’autobus è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale dal pubblico ministero Matteo Centini, che ha anche disposto l’autopsia sul corpo della ragazza, eseguita sabato. Nel pomeriggio di oggi, la Procura di Piacenza ha rilasciato il nulla osta per la sepoltura della giovane.