
Kamala Harris ha cambiato decisamente atteggiamento durante questi ultimi giorni di campagna elettorale. Ma perché la vice presidente in carica e candidata Democratica si mostra improvvisamente aggressiva e feroce nei confronti del suo sfidante, il Repubblicano Donald Trump? Tutta colpa degli ultimi sondaggi usciti a pochi giorni dalle elezioni presidenziali Usa in programma martedì 5 novembre.
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I risultati dei sondaggi negli swing State condannano la Harris
Le medie aggregate di siti come RealClearPolitics.com, infatti, non lasciano ormai troppi dubbi sul fatto che Trump sia in vantaggio in tutti gli Stati chiave, i cosiddetti swing State. Eventualità che assegnerebbe con facilità la vittoria al tycoon. L’ex presidente in Arizona conduce di 1,4 punti percentuali, in Nevada di 0,8, in Wisconsin 0,1, in Michigan 0,9, in Pennsylvania 0,5, in North Carolina 1,0 e in Georgia 1,1.

A far preoccupare ancora di più i Dem è il fatto che, fino a settembre, Kamala Harris fosse in vantaggio in almeno quattro di questi sette Stati (Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin). Ma non solo, perché la vice presidente candidata sta ottenendo risultati molto peggiori rispetto a quelli ottenuti da Joe Biden o da Hillary Clinton nello stesso periodo nel 2020 e nel 2016.
A risultare emblematico è soprattutto il caso del Michigan, Stato considerato il più tradizionalmente orientato verso i Dem di quelli in bilico. Il 26 settembre scorso RealClearPolitics dava Kamala Harris in vantaggio di 1,8 punti. Secondo altri siti specializzati come 270towin.com il vantaggio della vice presidente era perfino maggiore, addirittura oltre il margine d’errore del 4%. Lo stesso sito, che è il più ottimista nei confronti dei Dem, ieri però azzerava completamente il vantaggio della Harris.