
Se un paio di migliaia di agenti, con cani poliziotto e metal detector, con reparti di Celere e dei Nocs, circondassero le due zone principali della Movida, quella del centro storico e quella “bene” del quadrilatero Libertà-Via La Lumia, cosa succederebbe?
Metà dei locali di questi suk verrebbero chiusi per infrazioni alle normali leggi sanitarie e della decenza alimentare. Si sono moltiplicati locali senza alcun controllo non avendo il Comune un piano commerciale. Ognuno si alza la mattina e apre un punto di “fria, mancia e bevi” in un contesto di diffuso degrado urbano. Considerando ormai il clima che si registra riteniamo che sua difficile per persone normali e perbene poter resistere come imprenditori in questa terra di nessuno che somiglia sempre di più a Medellin.
Se questi quartieri della Movida, che nulla hanno a che fare con quella spagnola, fossero rastrellati, con gli avventori perquisito un 40% di loro verrebbe segnalato in questura per possesso di modiche quantità, mentre un 5% fermato per spaccio di sostanze stupefacenti. Verrebbero ritirate almeno il 50% delle patenti per guida in condizioni di non sicurezza, e sequestrate molte autovetture per accertamenti, idem le moto, T-Max per primi.
Se poi vedessimo i nomi dei segnalati o dei fermati, soprattutto nella Movida della “Palermobbene”, potremmo capire che ci ritroveremo mezza città borghese, che oggi si indigna, la metà gira la testa dall’altra parte, tra figli, fratelli, cognati e genitori. Questa città ha due paesi da complessivamente 50.000 abitanti, lo Zen e lo Sperone, che campano sulla droga venduta all’altro mondo, la cosiddetta città borghese, fatta di burocrati e professionisti, commercianti e parvenù.
Consegnare la droga a casa è dispersivo e pericoloso, pertanto si organizzano questi supermercati di quartiere presso i locali della Movida, in parte ormai in mano a persone collegate alle centrali malavitose. In mezzo ci sono pure commercianti ed esercenti normali, che sono utili a mischiare le carte, e a dire che di turismo, che prima o poi sparirà per andare a Gaza, e di gastro si campa.
Palermo è questa, se ci togliamo gli occhiali firmati dell’ipocrisia, tutti lo sanno e ogni tanto si “scantano” che in qualche rissa, o fermo di polizia, non ci inciampi qualche figlio della città borghese. Chiami il 113 e ti trovi risposte da telefono azzurro, il Prefetto sembra assente, il Questore un povero Cristo senza risorse per gestire un fenomeno che è esploso. Qualcuno potrebbe dire perché non li tocca, ma si dimentica la fine del povero Aldo Naro, figlio di un alto ufficiale dei carabinieri, pestato a morte alla discoteca Goa allo Zen, che forse fu il caso più simbologico di una deriva che non si è più fermata. Quousque tandem Piantedosi, come le dosi che a quintali si vendono nella Palermo-Medellin?


