
Prosegue lo scontro senza esclusione di colpi tra la maggioranza politica di centrodestra, guidata dalla premier Giorgia Meloni, e i magistrati della corrente di Magistratura Democratica. A far esplodere il caso è stata la pubblicazione, da parte del quotidiano Il Tempo, di una mail interna alla magistratura in cui si definisce la Meloni come “più pericolosa di Berlusconi”. Ospite dell’ultima puntata di Piazzapulita, il segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino, sferra un attacco durissimo ai suoi avversari spiegando perché considera pericolosa la Meloni.
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“Non per rovinare la festa de Il Tempo che c’è stata ieri, partiamo da un presupposto: questi sono i bassifondi della comunicazione. – esordisce così Musolino criticando la pubblicazione della mail – Questa è stata una mail rubata dal contesto in cui è stata inviata. Destrutturata in quello che era il contesto dialogico in cui questa mail si inseriva (sic!). Da questa mail sono state tratte alcune frasi e su questo è stato costruito un piatto avvelenato che, mi dispiace dirlo, la presidente del Consiglio ha gustato e mangiato”.
Il video dell’attacco di Musolino alla Meloni
“Io avrei scritto assolutamente quella mail dentro al contesto della mailing list, perché dice esattamente quello che dicevo io prima”, prosegue il magistrato. “Cioè lei considera pericolosa Giorgia Meloni?”, lo incalza allora il conduttore Corrado Formigli.
Il magistrato Musolino prima attacca Il Tempo, definendolo un rappresentante dei bassifondi della comunicazione, accusandolo di utilizzare un'email destrutturata e privata di contesto. Successivamente, esprimendo critiche anche nei confronti del premier Meloni, avvertendo che è… pic.twitter.com/kUdKGLftPQ
— Davide Scifo (@strange_days_82) October 25, 2024
“Considero pericolosa Giorgia Meloni presidente del Consiglio nella misura in cui chiede alla magistratura di essere collaborativa, di essere servente al governo, di rinunciare al suo dovere di applicare la legge. – questa la replica decisa di Musolino – E di non essere solo più giudice italiano, ma giudice europeo. Che è un suo obbligo, disapplicando la normativa nazionale difforme da quella europea. C’è una legislazione nazionale che dice che, se il giudice italiano non disapplica la norma europea difforme rispetto a quella europea, commette una violazione che può giustificare una sua responsabilità civile”, conclude il magistrato.