Secondo fonti americane e ucraine riportate dal New York Times, la Russia avrebbe schierato circa 50mila soldati nella regione di Kursk, vicino al confine con l’Ucraina. Questo contingente include anche un numero imprecisato di militari nordcoreani, che si starebbero addestrando per operazioni di artiglieria e manovre di fanteria. Le fonti suggeriscono che un attacco sarebbe imminente, con azioni offensive previste per i prossimi giorni.
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Gli osservatori rilevano che i soldati nordcoreani sono stati suddivisi in due unità principali: una con funzioni di attacco e un’altra destinata al supporto. Secondo gli esperti militari, questo dispiegamento congiunto suggerirebbe l’intenzione della Russia di aumentare la pressione sul fronte ucraino in risposta alle recenti avanzate di Kiev.
L’allarme lanciato dall’intelligence statunitense e ucraina evidenzia una crescente cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord, una sinergia che potrebbe alterare gli equilibri del conflitto e che suscita forti preoccupazioni a livello internazionale.
L’offensiva ucraina
Negli ultimi giorni, la crisi tra Ucraina e Russia ha visto un’escalation, con l’attacco di droni ucraini diretti verso Mosca, che ha portato alla sospensione temporanea delle operazioni in tre principali aeroporti della capitale russa: Domodedovo, Zhukovsky e Sheremetyevo. Gli attacchi rappresentano un’intensificazione delle tensioni e indicano un nuovo livello di scontro tecnologico tra le due nazioni.
Secondo le autorità russe, almeno 32 droni sono stati lanciati verso Mosca, il che rappresenta uno degli attacchi più massicci a cui la città abbia assistito dall’inizio del conflitto. Questo ha comportato una risposta immediata da parte delle difese russe, con il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, che ha riferito di numerosi droni distrutti. Le autorità hanno poi introdotto limitazioni temporanee al traffico aereo per garantire la sicurezza degli aerei civili.
Parallelamente, negli Stati Uniti, lo staff del presidente eletto Donald Trump ha dichiarato che le recenti affermazioni di Bryan Lanza, uno dei consiglieri della campagna elettorale, non riflettono la posizione ufficiale della nuova amministrazione. Lanza aveva suggerito che la Crimea fosse “persa” per l’Ucraina e che gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi su una pace realistica anziché sul ripristino dell’integrità territoriale ucraina. Tuttavia, questa dichiarazione è stata successivamente smentita, con l’intento di chiarire che la nuova amministrazione intende mantenere una posizione cauta nei confronti della situazione in Ucraina.
Il primo ministro polacco Donald Tusk ha commentato la situazione esprimendo fiducia in un imminente cessate il fuoco e ha ribadito l’importanza di una soluzione che rispetti sia la sovranità ucraina sia gli interessi di sicurezza dell’Europa orientale. La posizione polacca sottolinea come la questione ucraina debba essere risolta con decisioni che coinvolgano tutte le parti interessate, evitando di marginalizzare il ruolo dell’Europa e, soprattutto, dell’Ucraina stessa.