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Robert Kennedy jr alla Salute, crollano i titoli delle aziende farmaceutiche

Pubblicato: 18/11/2024 17:01

La recente nomina di Robert F. Kennedy Jr. come Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani negli Stati Uniti ha scosso i mercati finanziari, con un impatto significativo sui titoli delle principali aziende farmaceutiche. La scelta di un noto esponente del movimento no-vax, da sempre critico nei confronti della scienza ufficiale e della politica sanitaria, ha gettato ombre sul futuro dell’industria farmaceutica, con conseguenti perdite sul mercato azionario.
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Il Crollo delle Azioni: Pfizer, Moderna e Non Solo

Dopo l’annuncio della nomina di Kennedy, le azioni dei produttori di vaccini, tra cui Pfizer e Moderna, hanno registrato forti cali. Pfizer ha visto un ribasso del 2,64%, mentre Moderna ha perso un 5,62% a fine seduta. Anche altri player del settore, come Novavax, hanno subito una flessione del 7,02%, con BioNTech (-6%) e GSK (-2%) a seguire.

Questo crollo riflette la preoccupazione degli investitori riguardo alle future politiche sanitarie sotto la guida di Kennedy, che ha da sempre espresso posizioni critiche nei confronti dei vaccini, accusando l’industria farmaceutica di conflitti di interesse e promuovendo teorie controverse, come la presunta connessione tra vaccini e autismo.

La Figura di Robert F. Kennedy Jr.

Robert F. Kennedy Jr., figlio del senatore Robert F. Kennedy e nipote del presidente John F. Kennedy, è una figura polarizzante nella politica americana. Sebbene abbia ricoperto ruoli di rilievo come avvocato e attivista, è noto soprattutto per le sue opinioni anti-vacciniste. La sua candidatura alla guida della Sanità statunitense rappresenta una rottura con la tradizione democratica, con Kennedy che ha recentemente sfidato Joe Biden nelle primarie del partito democratico prima di ritirarsi appoggiando Donald Trump.

Kennedy ha criticato apertamente le politiche sanitarie durante la pandemia di COVID-19, accusando il governo federale e le autorità sanitarie di diffondere disinformazione. Le sue affermazioni hanno suscitato reazioni contrastanti, suscitando preoccupazioni tra gli esperti di salute pubblica, che temono che un’ulteriore diffusione di disinformazione possa danneggiare la fiducia del pubblico nella scienza medica.

Le Reazioni del Settore e i Timori per il Futuro

La nomina di Kennedy non solo ha messo sotto pressione i titoli delle aziende farmaceutiche, ma ha anche suscitato timori tra i dipendenti delle agenzie federali coinvolte nella salute pubblica. Molti temono che la politica sanitaria possa subire un’inversione di rotta che metta in discussione i progressi nella lotta contro malattie infettive e nell’approvazione di nuovi trattamenti. La sua posizione critica nei confronti delle agenzie regolatorie, accusate di essere “burattini” dell’industria farmaceutica, rischia di minare la credibilità e l’efficacia delle politiche sanitarie nazionali.

Nonostante le sue dichiarazioni recenti, in cui ha cercato di moderare le sue posizioni, assicurando che non avrebbe rimosso i vaccini, le preoccupazioni persistono. Kennedy ha infatti promesso di garantire studi scientifici più approfonditi sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini, lasciando spazio alla possibilità di alternative, basate su valutazioni individuali dei cittadini. La sua proposta di rimuovere il fluoruro dall’acqua potabile, già oggetto di critiche durante la sua campagna elettorale, aggiunge un ulteriore elemento di incertezza.

Le Implicazioni per il Settore Farmaceutico

Se la nomina di Kennedy dovesse essere confermata dal Senato, l’intero settore farmaceutico potrebbe trovarsi di fronte a un periodo di turbolenze, con potenziali rallentamenti nella ricerca e nello sviluppo di nuovi trattamenti. Inoltre, la crescente sfiducia nella politica sanitaria potrebbe influenzare le politiche di approvazione dei farmaci e dei vaccini, con ripercussioni negative sugli investimenti a lungo termine.

La reazione del mercato è una chiara testimonianza di quanto la politica sanitaria degli Stati Uniti influenzi non solo la salute pubblica, ma anche l’economia globale. Le aziende farmaceutiche, che avevano beneficiato enormemente della pandemia di COVID-19, potrebbero ora trovarsi a fare i conti con un clima politico e regolatorio più ostile.

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