Alla fine la controversia esplode riguardo alla riduzione del canone Rai. Le tensioni sulle modifiche alla legge di Bilancio, discusse in un vertice domenicale a casa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non si placano, e viale Mazzini si trova al centro del dibattito. Nonostante le promesse di risoluzione, sarà necessario un ulteriore incontro in Consiglio dei Ministri per affrontare la questione. Forza Italia si oppone, chiedendo alla Lega di ritirare l’emendamento che consentirebbe la proroga del ridotto canone, abbassato da 90 a 70 euro anche nel 2025.
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Il senatore Dario Damiani, relatore del decreto fiscale legato alla manovra, sottolinea che questa sarebbe “la soluzione migliore”. “Il vertice di ieri ha messo in luce chiaramente che si tratta di un argomento divisivo, non solo per Forza Italia,” ha dichiarato, sostenendo che sia necessario mettere da parte le questioni controverse. Maurizio Gasparri, capogruppo azzurro in Senato, si è allineato su questa posizione, affermando che “il taglio del canone Rai non porta alcun beneficio. Siamo contrari a questa idea, poiché anche con il taglio, la Rai riceverebbe 400 milioni di euro, che sono soldi dei cittadini; quindi la questione è complicata”.
Forza Italia respinge le rassicurazioni di Giorgio Maria Bergesio, capogruppo della Lega in Commissione di Vigilanza Rai: “Credo che la maggioranza sia unita; non stiamo sottraendo risorse alla Rai, ma prelevandole dalla fiscalità generale, come concordato all’interno del centrodestra”, affermava recentemente. Bergesio ha argomentato che riducendo il canone di 400 milioni di euro e prelevando tali fondi dalla fiscalità generale, si attingerebbe a risorse già versate dai cittadini, sottolineando l’importanza di un messaggio forte per l’utenza riguardo al servizio pubblico.
Tuttavia, la situazione rimane in stallo, con Forza Italia che richiede un passo indietro da parte della Lega; si preannuncia quindi un nuovo vertice. Infatti, dopo un incontro dell’ufficio di presidenza, i lavori della Commissione Bilancio del Senato sono stati interrotti prima di un previsto voto sugli emendamenti al decreto fiscale. Le votazioni non verranno avviate finché non si svolgerà il Consiglio dei Ministri, poiché, secondo l’opposizione, “non è stata trovata alcuna soluzione” durante il vertice su temi controversi. Sarà compito del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, portare le istanze in Consiglio dei Ministri.
Questo basta alla minoranza per evidenziare i conflitti interni tra le forze di governo. “Sulla Rai, la maggioranza sembra completamente spaccata: da una parte ci sono quelli che vogliono controllarla (FdI), dall’altra coloro che intendono affossarla (Lega), mentre Forza Italia appare interessata solo a non perdere spazi pubblicitari. Tuttavia, nessuno si sta realmente occupando della Rai, delle audience, della pubblicità o della qualità dell’informazione”, affermano i membri dem della Commissione Vigilanza Rai. “Non si stanno affrontando seriamente la trasformazione della Rai da broadcaster a digital media company, né si considerano i 12.000 dipendenti che lavorano al suo interno. È fondamentale ricordare che il servizio pubblico è finanziato dai cittadini tramite il canone”. Una situazione che ha irritato non poco Giorgia Meloni, che in queste ore ha duramente richiamato gli alleati di centrodestra chiedendo di smetterla di litigare per non far passare l’immagine di una maggioranza frantumata.