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Andrea Carnevale:” Mio padre uccise mia madre con un’accetta, lo fece per gelosia”

Pubblicato: 27/11/2024 23:23

Andrea Carnevale, ex calciatore e attuale dirigente dell’Udinese, ha raccontato la tragedia che ha segnato la sua adolescenza. Quando aveva 14 anni, il padre uccise la madre con un’accetta. Cinque anni più tardi, l’uomo si suicidò davanti agli occhi di suo figlio: “Era malato di gelosia ed è quello che accade oggi. Un marito che ammazza la moglie lo fa proprio per gelosia, ma la donna non è dell’uomo, basta con questa possessività, con questa malattia”.

La madre di Andrea Carnevale uccisa dal marito: l’ex calciatore ricorda la tragedia

Andrea Carnevale è stato ospite di Pomeriggio Cinque, programma condotto da Myrta Merlino. L’ex calciatore ha ripercorso la tragedia che ha segnato la sua adolescenza: “Avevo 14 anni ma ero già un ometto. Una volta si lavavano i panni al fiume e mia madre andava lì, a cento metri da casa mia. Una mattina c’erano tutte le donne, compresa mia sorella, mio padre si è svegliato, è sceso e l’ha ammazzata con un’accetta. È stato un grande dolore”.

Carnevale ha spiegato che nonostante sia doloroso, parla di questa storia perché spera che arrivi a casa un messaggio inequivocabile: basta femminicidi. A Myrta Merlino ha confidato:

“Sono molto orgoglioso di parlare di questa storia in televisione, perché dopo cinquant’anni penso sia l’ora di raccontarla e di far capire agli uomini che oggi ammazzano le loro mogli che è ora di smetterla. Io è dall’età di 14 anni che non chiamo più “mamma” perché mio padre me l’ha portata via. Era malato di gelosia ed è quello che accade oggi. Un marito che ammazza la moglie lo fa proprio per gelosia, ma la donna non è dell’uomo, basta con questa possessività, con questa malattia. Oggi mi chiedo se allora si sarebbe potuto fare qualcosa”.

Il padre si suicidò davanti agli occhi di Andrea Carnevale, il ricordo della madre

“La nostra mamma ci ha protetto” ha aggiunto Andrea Carnevale. Poi ha spiegato che all’epoca lui si rivolse ai Carabinieri: “Mia madre non voleva che andassimo dalle autorità perché allora, nei paesi, c’era un po’ di vergogna. Eravamo noi, specialmente io, che andavo dai Carabinieri per dire che papà, tutte le sere, picchiava la mamma con pugni e cazzotti. Il maresciallo purtroppo mi disse che finché non vedevano il sangue non potevano fare assolutamente nulla. Quando mamma è stata uccisa ho fatto un gesto estremo: sono andato dentro al fiume e con un secchio ho raccolto il suo sangue, sono andato a piedi su al paese e l’ho consegnato in caserma, al maresciallo, e gli ho detto: ‘Lei voleva il sangue, eccolo qua‘. Ed è finita lì”. Quindi ha concluso: “Andai anche a trovare mio padre in carcere ma dopo poco riprese ad offendere mia madre. Dopo cinque anni, si è tolto la vita davanti ai miei occhi”.

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