Sta meglio, ed è già una splendida notizia, la bambina di Cortina d’Ampezzo (Belluno) ricoverata per una tossinfezione da Escherichia coli ShigaToxin-producing (STEC), complicata da sindrome emolitico-uremica (SEU). Dopo essere stata trasferita in più ospedali, da San Candido fino a Padova, le sue condizioni sono in miglioramento.
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La causa dell’infezione sembra essere il consumo di un formaggio a latte crudo prodotto da un caseificio della Val di Fiemme. Il Ministero della Salute ha disposto il richiamo di 50 lotti del formaggio incriminato, classificandolo come a rischio di contaminazione da E. coli.
Il rischio per i bambini
“La sicurezza del formaggio a latte crudo vale per gli adulti, ma non per i bambini. Andrebbe vietato sotto i 5 anni e sconsigliato fino ai 10 anni”, ha dichiarato Roberto Tezzele, direttore dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria. Negli ultimi anni, diversi casi di tossinfezione hanno evidenziato i pericoli di questi alimenti per i più piccoli. La recente infezione in Trentino è solo l’ultimo esempio di complicazioni legate al consumo di formaggi non pastorizzati.
Una legge in arrivo
Per arginare il fenomeno, sarà presentata alla Camera dei Deputati il 10 dicembre una proposta di legge che prevede il divieto di consumo di formaggi a latte crudo per i minori di 10 anni e l’obbligo di etichettarli come prodotti a rischio.
Lucia Coppola, consigliera di Alleanza Verdi e Sinistra, ha sottolineato l’urgenza del provvedimento, chiedendo al contempo maggiori controlli e una campagna informativa per consumatori spesso ignari dei rischi.