Un’infermiera è accusata di omicidio volontario aggravato dopo la morte di una paziente in una Rsa di Modena. La Procura ha disposto una misura cautelare che vieta alla donna di esercitare la professione per otto mesi. Il divieto riguarda ogni ruolo legato alla sanità, inclusi quelli di assistente ad anziani e segretaria in strutture mediche.
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Aria nel catetere di una paziente
Le accuse sono gravi. Lo scorso 31 maggio, il personale della Rsa avrebbe visto l’infermiera insufflare aria nel catetere venoso della paziente con una siringa vuota. Secondo gli inquirenti, questo gesto avrebbe causato la morte della donna, una 62enne ospite della struttura. Dopo la denuncia del responsabile dell’area sanitaria, sono partite le indagini che hanno portato a nuovi sospetti sul passato lavorativo dell’infermiera.
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Altre morti sospette nel 2020-21
Gli investigatori stanno esaminando episodi avvenuti tra il 2020 e il 2021 in altre Rsa della provincia. Si ipotizza che la donna abbia alterato terapie farmacologiche dei pazienti accedendo abusivamente ai sistemi informatici con le credenziali di un medico. Le accuse includono falsificazione di cartelle cliniche, prescrizioni alterate e abuso della professione medica.
Ora si indaga su eventuali connessioni tra queste azioni e decessi avvenuti nelle strutture dove l’infermiera ha lavorato. Gli inquirenti vogliono fare luce su tutti gli aspetti di questa inquietante vicenda.