Ottavia Piana, la 33enne rimasta bloccata in una grotta nella Bergamasca, ha deciso: basta speleologia. Dopo l’incidente avvenuto sabato sera, la donna ha dichiarato di voler dire addio a questa passione. La risalita verso la superficie è iniziata, ma si tratta di un’operazione estremamente complessa. I soccorritori, che stanno lavorando senza sosta giorno e notte, stimano che Ottavia potrà essere tratta in salvo solo tra molte ore, forse mercoledì sera.
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“Non tornerò più in una grotta”, ha confidato la 33enne al dottor Rino Bregani, medico del Soccorso Alpino che l’ha visitata all’interno della grotta “Abisso Bueno Fonteno”. Ottavia è rimasta sempre cosciente e collaborativa nonostante i gravi traumi riportati: ferite agli arti inferiori, al torace e al volto. Sembra che entrambe le caviglie siano fratturate. «Parla poco, ma è determinata: non entrerà mai più in una grotta», ha raccontato il medico.
Non è la prima volta che Ottavia Piana vive un’esperienza del genere: un anno fa, nello stesso punto della grotta, aveva avuto un incidente simile durante una spedizione con il suo gruppo speleologico. Questa volta, però, la paura è stata troppa.
Per consentire il salvataggio, i soccorritori hanno allestito un campo base riscaldato all’interno della grotta. Dopo aver assicurato Ottavia a una barella, è iniziata la difficile risalita: tre chilometri di percorso, tra cunicoli stretti e impervi. In alcuni punti, i soccorritori si sono fatti largo utilizzando microcariche esplosive. Attualmente, la donna sta affrontando il tratto più critico. Superata questa fase, seguirà un percorso più lineare, ma comunque lungo. I tempi stimati indicano che Ottavia potrà rivedere la superficie solo mercoledì sera, dopo giorni di sforzi incessanti da parte dei soccorritori.
