Ottavia Piana, la 33enne rimasta bloccata in una grotta nella Bergamasca, ha deciso: basta speleologia. Dopo l’incidente avvenuto sabato sera, la donna ha annunciato di voler abbandonare questa passione. La risalita verso la superficie è in corso, ma l’operazione si presenta complessa e delicata. I soccorritori, che lavorano senza sosta giorno e notte, stimano che Ottavia potrà essere tratta in salvo solo tra molte ore, forse mercoledì sera. Intanto sui social divampa la polemica. Secondo quanto riportato da chi è in zona, con ogni probabilità la paleologa sarà fuori nelle prossime 36-48 ore.
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Situazione stabile, ma la strada è lunga
«Stazionaria, umore ottimo, tutto sta procedendo bene», ha dichiarato Corrado Camerini, medico e delegato del Soccorso alpino e speleo per la Lombardia. I soccorritori devono affrontare quattro chilometri di cunicoli, e al momento ne hanno percorso un terzo, procedendo a una media di 50 metri l’ora. «Speriamo di portarla fuori domani sera, ma dobbiamo fare delle soste perché ha bisogno di recuperare».
Le polemiche dopo l’incidente
Non è il primo incidente per la giovane bresciana: un anno e mezzo fa, Ottavia era rimasta intrappolata per 52 ore in una grotta dello stesso sistema carsico. Anche in quella occasione furono momenti di grande apprensione. Sui social, i commenti sono duri: «Se le va a cercare», scrive qualcuno, mentre altri si chiedono: «Quanto ci costa salvare questa sciroccata?».
A difenderla interviene Sergio Orsini, presidente della Società speleologica italiana: «Le ricerche che lei e il suo gruppo stanno conducendo non sono solo un’impresa sportiva, ma un contributo fondamentale alla mappatura del sottosuolo e all’analisi di risorse vitali come l’acqua che beviamo». Anche Giorgio Pannuzzo, che ha trascorso la notte con Ottavia, ha precisato: «La conosco da anni e posso dire che non è una sprovveduta. È preparata ed estremamente prudente. Purtroppo le è successo due volte, una pazzesca fatalità».