Il gup del Tribunale di Novara, Maria Amoruso, ha disposto il rinvio a giudizio per Emilio Garini, 61 anni, accusato di omicidio aggravato e premeditato, distruzione di cadavere e truffa ai danni dello Stato. L’uomo, agente immobiliare residente a Milano, è ritenuto responsabile della morte della madre, Liliana Agnani, il cui corpo è stato ritrovato nel Parco del Ticino, a Trecate, nell’ottobre 2022.
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Ritrovamento delle ossa e identificazione
La vicenda ha preso avvio nel 2022, quando nella frazione di San Martino di Trecate, sulle rive del Ticino, sono state rinvenute ossa umane. Grazie al lavoro del Laboratorio di Antropologia Forense dell’Università di Milano, l’identità è stata ricostruita attraverso una protesi vertebrale rinvenuta tra le ossa, che ha permesso di risalire a Liliana Agnani, nata nel 1933.
All’epoca, la donna risultava irreperibile. Contattato dagli inquirenti tramite il medico curante della madre, Emilio Garini aveva dichiarato che la donna si trovava in Veneto presso un fratello. Tuttavia, una verifica successiva ha rivelato che il fratello era deceduto da tempo.
La ricostruzione dell’accusa
Le indagini hanno accertato che la sera del 18 maggio 2022, Garini avrebbe condotto la madre nell’area del Parco del Ticino dove successivamente sarebbero stati trovati i resti. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe ucciso la madre e abbandonato il corpo sulla riva di una lanca del Ticino. Emilio Garini, attualmente detenuto in carcere, sarà processato davanti alla Corte d’Assise il prossimo 4 aprile. Il caso, che ha scosso la comunità locale, è segnato da dettagli agghiaccianti e una lunga serie di verifiche che hanno permesso di ricostruire i contorni di un omicidio pianificato.